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Salute

Gimbe: “Autonomia differenziata porterà al collasso la Sanità al Sud. Disastro senza precedenti”

Gimbe: “Autonomia differenziata porterà al collasso la Sanità al Sud. Disastro senza precedenti”. Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, l’autonomia differenziata “non solo porterà al collasso la sanità del Mezzogiorno, ma darà anche il colpo di grazia al Sistema sanitario nazionale, causando un disastro sanitario, economico e sociale senza precedenti”, ha detto illustrando i risultati del report. che esamina le criticità del ddl Calderoli approvato al Senato e ora in discussione alla Camera.

La fondazione ha analizzato il potenziale impatto sul Sistema sanitario nazionale delle maggiori autonomie richieste dalle Regioni in materia di tutela della salute. “Le nostre analisi documentano dal 2010 enormi divari in ambito sanitario tra il Nord e il Sud del Paese e sollevano preoccupazioni riguardo l’equità di accesso alle cure”, aggiunge.

Cartabellotta ha elencato numerosi esempi al riguardo: nessuna regione del Sud nella top 10 dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) nel decennio 2010-2019; una mobilità sanitaria dal Centrosud al Nord, con tutte le regioni del Sud, ad eccezione del Molise, che hanno accumulato complessivamente un saldo negativo pari a 13,2 miliardi di euro nel periodo 2010-2021. Mentre sul podio si trovano proprio le tre regioni che hanno già richiesto le maggiori autonomie.

Sono risultate infatti scarse le performance delle regioni del Centro-Sud per il raggiungimento degli obiettivi della Missione Salute del Pnrr. “Complessivamente questi dati confermano che in sanità, nonostante la definizione dei Lea nel 2001, il loro monitoraggio annuale e l’utilizzo da parte dello Stato di strumenti quali Piani di rientro e commissariamenti, persistono inaccettabili diseguaglianze tra i 21 sistemi sanitari regionali”, aggiunge ancora Cartabellotta.

Frattura strutturale Nord-Sud che compromette qualità dei servizi sanitari

Per il presidente della Fondazione Gimbe, ci troviamo di fronte ad una “frattura strutturale Nord-Sud che compromette qualità dei servizi sanitari, equità di accesso, esiti di salute e aspettativa di vita alla nascita, alimentando un imponente flusso di mobilità sanitaria dal Sud al Nord. Di conseguenza, l’attuazione di maggiori autonomie in sanità, richieste proprio dalle Regioni con le migliori performance sanitarie e maggior capacità di attrazione, non potrà che amplificare le diseguaglianze già esistenti”.

Ma a rischio non è solo il meridione. L’ulteriore indebolimento dei servizi sanitari nel Mezzogiorno, infatti, rischia di generare un effetto paradosso nelle ricche regioni del Nord che, per la grave crisi di sostenibilità del Sistema sanitario nazionale, non possono aumentare in maniera illimitata la produzione di servizi e prestazioni sanitarie.

Di conseguenza, a peggiorare l’assistenza sanitaria per i residenti delle Regioni del Sud, avremo un massivo incremento della mobilità verso le regioni rischia più ricche. La Fondazione Gimbe conclude rinnovando la richiesta (“finora non presa in considerazione nè dal governo nè dalle opposizioni”) di eliminare la tutela della salute dalle maggiori autonomie.

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