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Televisione

Cattelan: “Alle mie figlie non interessa il mio lavoro. Sanremo con Conti? Era scherzo ma una cosa voglio dirla”

Cattelan: “Alle mie figlie non interessa il mio lavoro. Sanremo con Conti? Era scherzo ma una cosa voglio dirla”. Alessandro Cattelan sulle figlie, il presunto Sanremo con Carlo Conti, e non solo, il conduttore piemontese, 44 anni, parla dei suoi progetti, presenti e futuri (la sua trasmissione ha debuttato il 20 maggio su Raidue), in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Alessandro, ci parli del suo nuovo show.
«È un varietà con grandi ospiti del mondo dello spettacolo, dello sport e della comicità. Ci sono gag, scherzi, esperimenti sociali, giochi, esibizioni e, soprattutto, interazioni con il pubblico in studio e a casa».

Perché il programma si chiama così?
«La frase “Da vicino nessuno è normale” è attribuita a Franco Basaglia (psichiatra che ha dato il nome alla legge del 1978 che portò alla chiusura dei manicomi in Italia, ndr) ma ho letto che, in realtà, è del cantautore brasiliano Caetano Veloso. Vuol dire che tutti siamo uguali, abbiamo le stesse manie e fobie. Tutti facciamo cose strane. Poi, quando lo raccontiamo, ci accorgiamo che le fanno anche gli altri».

[…] che effetto le fa tornare in prima serata?
«Prima e seconda serata sono uguali: il mio modo di lavorare e la mia idea di televisione non cambiano».

Ha qualche rito prima di andare in onda? È una persona scaramantica?
«Sul lavoro no, ma quando vado a vedere l’Inter sì. Per andare allo stadio faccio sempre la stessa strada, vado con la stessa persona, mangio nello stesso posto. Devo mantenere il “karma positivo”».

Cattelan: “Alle mie figlie non interessa il mio lavoro”

Vent’anni fa si sarebbe immaginato di poter arrivare fino a qui?
«All’inizio io volevo fare il calciatore…».

E oggi?
«Se mi proponessero di scambiare ciò che faccio in televisione per giocare cinque partite in Serie A, sono convinto che direi di sì».

Le sue figlie cosa pensano del lavoro del papà?
«Non se ne interessano minimamente, anche se devo ammettere che la più piccola (Olivia, 8 anni, ndr) un giorno era con me in ufficio, si è messa dietro la mia vecchia scrivania di “E poi c’è Cattelan” e ha finto di intervistare ospiti immaginari».

Che tipo di genitore è?
«Severo, ma giusto».

Oltre a lavorare in tv e in radio, è anche editore. Con i libri è stato amore a prima vista?
«Da piccolo e a scuola avrei fatto qualsiasi cosa pur di non leggere un libro. Poi, quando da giovane mi sono trasferito a Milano, ho iniziato a uscire con persone che parlavano di musica, film e libri. Nei primi due casi avevo qualcosa da dire. Sui libri, invece, nulla: mi sentivo inadeguato. Così mi sono messo in pari».

[…] Ci tolga una curiosità: due sabati fa è stato ospite a “I migliori anni”. Una sua gag con Carlo Conti ha fatto pensare a un vostro Sanremo insieme. Volevate mandarci questo messaggio?
«Assolutamente no! Stavo solo scherzando».

Intanto sono molte le voci che la vedono alla guida del Festival nel 2025. Se così fosse, su che cosa punterebbe?
«Amadeus in questi anni ha fatto scelte giuste e moderne, che forse all’inizio neanche io avrei fatto. E ha funzionato alla grande. Quindi, indipendentemente da me, spero che chi sarà il prossimo direttore artistico e conduttore continui a seguire questa strada».

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