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Psico Pillole – Il Lutto. La presenza di un’assenza. Cosa accade al nostro “Io” con la perdita di una persona cara

Il Lutto. La presenza di un’assenza. Cosa accade al nostro “Io” con la perdita di una persona cara

In genere la persona che perde un familiare si esprime in questi termini: “…è un dolore straziante, lacerante…”. La sensazione qui espressa è infatti quella di sentirsi strappare una parte di sé con violenza (ovvero senza volontà che questo accada). Uno ‘strappare’ che lascia uno ‘squarcio’.. una lacerazione, il vuoto. Perché? E perché alcuni lutti pare non si superino mai?

La famiglia è il principale agente di crescita di un individuo. All’interno di essa ha luogo un processo continuo di scambio di sentimenti, emozioni, apprendimenti che avvengono sia in maniera consapevole che all’interno di una dimensione inconscia, attraverso una comunicazione informale che si serve di dinamiche a noi ignote. Per effetto di queste ultime, un figlio cresce ‘introiettando’ parti inconsce di un genitore così come all’inverso parti inconsce di un figlio si legano al genitore. Questo il motivo che ci permette anche di rintracciare delle similitudini caratteriali con i nostri genitori. Tutto ciò (senza entrare troppo nei tecnicismi e nella nomenclatura specifica di questi processi) sta a significare il profondo legame che unisce genitori/figli e che proprio per questo non sempre è definibile attraverso il linguaggio, nostro mediatore con la realtà.

Quando un genitore muore, porta con sé quella parte di noi che si era legata a lui, che avevamo proiettato sulla sua figura, nello scambio quotidiano. Di qui la percezione di ‘lacerazione di sé’, di ‘strappo’, che in effetti a livello psicodinamico c’è stato! Il lutto, allora, è il tempo che serve alla nostra psiche affinché prenda coscienza della realtà dei fatti. Il tempo necessario a poter ammettere a noi stessi in primis e di conseguenza agli altri, che il nostro papà o la nostra mamma non ci sono più e non possiamo più interagire con loro fisicamente. Questo tempo è soggettivo, variabile e può prolungarsi oltremodo qualificandosi, pertanto, come patologico. In questi casi, ‘ci difendiamo’ dall’immesso dolore ponendo in essere meccanismi difensivi inadeguati a superarlo, come la negazione. E allora la silenziosa sofferenza interiore getta un’ombra sulla realtà compromettendone in qualche modo la qualità. Tuttavia, in noi restano le parti di quel processo d’identificazione all’inverso, che ci permetteranno di ‘sentire’ il nostro papà o la nostra mamma ‘dentro di noi’, una percezione che sovente spinge all’affermazione “….è sempre con me”. Parole con cui l’assenza si esprime con una rinnovata presenza, sotto altre forme evolute, di vicinanza ed interazione.

Affinché il dolore della perdita non venga negato o non rimanga incistato nel nostro mondo interiore, può risultare utile parlare della persona cara, scrivere di lei ove possibile e piangere se ne sentiamo il bisogno. Ricordiamoci che lo scambio avvenuto con loro in passato è soprattutto di natura emozionale, nulla di strano dunque se veniamo assaliti da tristezza, rabbia o improvvisa gioia, purchè contenute in un congruo lasso di tempo che non impedisca il regolare svolgimento delle attività di sempre. Se questo impedimento invece si verifica, utile sarà intraprendere il percorso psicologico che rintraccerà nuove modalità di elaborazione del lutto funzionali al benessere individuale.

Dr.ssa Maria Pirozzi

Se avete una domanda da porre alla rubrica “Psico Pillole – rubrica di InFormazione psicologica”  a cura della dott.ssa Maria Pirozzi,  potete inviare una mail all’indirizzo redazione@brevenews.com specificando nell’oggetto SEZIONE PSICOLOGIA. Le mails pervenute saranno pubblicate in forma anonima o con la firma dell’interessato qualora essa venga apposta in calce al documento.

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Dr.ssa Maria Pirozzi

Psicoterapeuta, psicodrammista laureata presso l'Università degli Studi della Campania L. Vanvitelli, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Campania. Specialista in psicologia clinica. Membro del gruppo di ricerca IL PROBLEMA DEL TRANSFERT presso Dipartimento di Psicologia Università degli Studi Luigi Vanvitelli di Caserta (ex S.U.N.).

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