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Uber, avvocato della Corte Ue: “E’ un servizio di trasporto e serve la licenza come per i taxi”

Per l’avvocato della corte Ue, per Uber si può imporre l’obbligo di licenze.

Uber può essere obbligata a possedere le licenze richieste dalle legislazioni nazionali per i taxi poiché non beneficia del principio di libera circolazione dei servizi garantito dall’Ue per i cosiddetti servizi della società dell’informazione. Lo scrive l’avvocato generale della Corte Ue, nelle conclusioni della causa intentata a Uber da un’associazione di taxi spagnola.
Resta ora da vedere se le conclusioni saranno riprese nella sentenza della Corte Europea tra 8/10 mesi. Le statistiche dicono che la decisione finale dei giudici europei si conforma, nell’80% dei casi, alla soluzione giuridica suggerita dall’avvocato generale.
Secondo le conclusioni dell’avvocato generale, Maciej Szpunar, l’attività di Uber “è soggetta alle condizioni per l’ammissione di vettori non residenti ai trasporti nazionali negli Stati membri, nel caso specifico il possesso delle licenze e delle autorizzazioni previste dal regolamento della città di Barcellona”.
Com’è noto, Uber è una società statunitense che ha sviluppato un programma informatico, utilizzato attraverso gli smartphone, che consente di collegare direttamente utenti e proprietari di automobili per viaggi urbani, creando di fatto un sistema in parziale concorrenza con il servizio tradizionale di trasporto taxi.
Nel presente caso, la corte europea dovrà decidere se il servizio di Uber sia un servizio digitale, come tale aperto ed in principio liberalizzato in virtù delle norme dei trattati europei, oppure un servizio di trasporto soggetto alle tradizionali norme locali su autorizzazioni e licenze per taxi. Oppure una combinazione di entrambi.
A Barcellona, come in molte città europee, le attività di Uber sono state contestate dalle locali organizzazioni dei taxi secondo le quali la piattaforma online ed i suoi tassisti dovrebbero munirsi di licenze e sottostare alle normative sui taxi.
Uber ha sempre negato di fornire servizi di trasporto, invece affermando che il suo programma informatico dovrebbe essere considerato un mero servizio digitale di intermediazione che rientra nell’ambito di varie direttive europee.
“Abbiamo ricevuto il parere – scrive Uber in una nota – e attendiamo ora la decisione finale nel corso dell’anno. Essere considerati una società di trasporto non cambierebbe il modo in cui molti Paesi europei già oggi regolano le nostre attività. Ci auguriamo, tuttavia, che questo non rallenti i necessari processi di aggiornamento di leggi datate che impediscono a milioni di europei di accedere a corse affidabili con un semplice clic”.

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