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Inquinamento, boom di polveri sottili sulla pianura padana nonostante il blocco: l’allarme

Inquinamento, boom di polveri sottili sulla pianura padana nonostante il blocco: l’allarme arriva dai dati delle centraline dell’Arpav

Inquinamento, boom di polveri sottili sulla pianura padana nonostante il blocco: l’allarme arriva dai dati delle centraline di rilevamento dell’Arpav che registrano livelli altissimi di concentrazioni di smog nell’aria su quelle zone. Situazione che porta ad una maggior incidenza di malattie respiratorie, come scientificamente dimostrata.

Come riporta ‘Il Gazzettino’, “non solo il coronavirus. L’Est asiatico sembra dispensare minacce a piene mani, stavolta sotto forma di polveri sottili. Ciò che è accaduto negli ultimi giorni ha pochi precedenti: le correnti gelide di inizio settimana hanno pescato aria continentale dalla zona del Mar Caspio e dei deserti del Karakorum che poi le correnti di Bora hanno riversato sui Balcani e sulla pianura padano-veneta.

Normalmente si tratta di correnti secche, che hanno il pregio di ripulire l’aria come è accaduto molte volte in passato dopo forti stagnazioni. Non è stato così. Intrappolate nel cuore del continente asiatico, le polveri inquinate si sono messe in marcia, catturate da queste correnti che, come un nastro trasportatore, le hanno depositate sulle nostre regioni. Ieri notte i valori di pm10 sono schizzati alle stelle in tutto il Nordest e rimarranno su concentrazioni straordinariamente elevate almeno fino alle prime ore di lunedì.

Inquinamento, boom di polvere sottili sulla pianura padana causa clima

Non una bella notizia nel periodo di massima emergenza che sta vivendo il paese, dato che la correlazione fra elevate concentrazioni di smog e maggior incidenza di malattie respiratorie è scientificamente dimostrata. L’esposizione prolungata al pm10 porta ad avere una minor capacità di contrastare le infezioni alle vie respiratorie e può rendere perfino critica la condizione di quei pazienti che hanno problemi cronici.

[…] l’aria fredda, più pesante dell’aria calda, ha permesso al particolato di depositarsi negli strati più prossimi al suolo e lì rimarranno fino a quando non cambierà drasticamente la circolazione atmosferica”.

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