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Nela: “Mia madre? Una brutta storia che mi ha segnato per sempre. Sparai al pusherdi mia moglie”

Sebastiano Nela, la madre, il vaccino, e non solo, l’intervista a ‘Il Corriere della Sera’

Nela: “Mia madre? Una brutta storia che mi ha segnato per sempre. Sparai al pusherdi mia moglie”. L’ex calciatore anticipa alcuni passaggi del suo libro in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

«Questo non è un libro su Sebino Nela il calciatore, è un libro su Sebastiano Nela. Cioè io. Chi cerca aneddoti sul calcio, oppure pettegolezzi su quello che succedeva nello spogliatoio della Roma fa meglio a cercare un’altra biografia. In libreria ce ne sono tante».

A gamba tesa. Anzi, con il vento in faccia, come si intitola il libro scritto insieme a Giancarlo Dotto. Perché un orso, come si descrive lei stesso, a quasi 60 anni si mette a nudo?
«Ci ho pensato per anni. Ho sempre tenuto dentro tutto. È il mio carattere mezzo sardo e mezzo ligure. Giancarlo (Dotto; ndr) me lo chiedeva da tempo: da qui, diceva, nasce di sicuro qualcosa di buono. Alla fine ho accettato. Ma lo dovrebbero fare tutti, perché tutti hanno qualcosa da raccontare. Ogni vita è importante, nessuna insignificante. Viviamo in un mondo che insegue i suoi idoli, un mondo di follower. Ma non conosciamo l’uomo che c’è dietro l’idolo. Così io ho raccontato Sebastiano. Tutto compreso, non solo quello che mi faceva comodo raccontare».

[…] Senza spoilerare troppo, nel libro racconta di aver sparato a una persona, il pusher che riforniva di droga la sua prima moglie.
«Non era uno stinco di santo. In quegli anni non ero il solo ad avere una pistola. L’aveva anche Agostino».

Nessuno può dirlo, ma se Agostino non l’avesse avuta…
«Mi chiede se sono favorevole alle armi? No, non lo sono, la mia l’ho chiusa in un cassetto. Se esci e incontri un altro che ha un’arma, alla fine sei costretto a usarla. Sono contrario alla liberalizzazione delle armi. Però se guardo all’economia mondiale vedo che i grandi profitti si fanno con le armi e la farmaceutica. E qualche domanda me la faccio».

Nela: “Mia madre? Una brutta storia che mi ha segnato per sempre”

Avrebbe votato Trump?
«Ho letto, mi sono informato. I numeri dicono che aveva abbassato la disoccupazione e ridotto le tasse. Ha lavorato molto sulla politica estera. Senza il Covid, probabilmente, sarebbe stato rieletto».

Ha subito quattro operazioni per un cancro al colon: si vaccinerà appena possibile o prima vorrebbe saperne di più?
«La seconda che ha detto. Non sono un negazionista, tutt’altro. Però mi scoraggia vedere la battaglia dei virologi in tv. Penso che il Governo abbia completamente sbagliato la comunicazione sulla pandemia. Ci hanno terrorizzato anziché spiegarci bene. L’allarmismo non ci ha fatto bene. A un certo punto la gente ha pensato: vaffanculo i numeri!».

Chiamiamolo effetto collaterale: la malattia l’ha allontanata da sua madre e sua sorella, con le quali non parla da anni. Ha perdonato Falcao ma non sua madre. Come è possibile?
«È stata una brutta storia che mi ha segnato per sempre. Non saper esprimere sempre i propri sentimenti non significa che tu non li abbia. Sembro diffidente, ma ho sempre avuto e voglio ancora avere fiducia nelle persone. Per questo il tradimento mi trova senza difesa. Così, quando chiudo è per sempre. Più hai amato una persona e più può farti soffrire. Sta a te venirne fuori. Il libro finisce così: “Ringrazio tutti quelli che mi hanno fatto del male, grazie a loro sono diventato un uomo migliore”».

Cosa possiamo dire a chi si è preoccupato e a chi si preoccupa della sua salute?
«Che sto bene e sono pronto».

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