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Spettacolo

Renzo Arbore: “L’altra domenica? Brigate rosse chiamarono in diretta ma ci fu un problema”

Renzo Arbore, ‘L’altra domenica’ e le Brigate rosse, il retroscena a ‘Il Corriere della Sera’

Renzo Arbore: “L’altra domenica? Brigate rosse chiamarono in diretta ma ci fu un problema”. Il conduttore racconta un interessante retroscena sulla sua trasmissione in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] il 28 marzo 1976: debutta «L’altra domenica».
«Erano i tempi della riforma Rai. Nasceva Rai2 e il direttore Massimo Fichera mi interpellò. Avevo un format bell’e pronto, proposto qualche anno prima a un concorso Rai dove mi avevano bocciato. Un tg dello spettacolo: io al posto di Mario Pastore, il giornalista che conduceva il notiziario della Rete. Fichera diede l’ok. Insieme a Ugo Porcelli iniziai a razzolare nell’inconsueto, come si diceva allora».

[…] Subito cambio di marcia.
«Volevamo rompere gli schemi tradizionali. Creammo le primogeniture e proponemmo il valletto muto Andy Luotto, un cugino italo-americano che sapeva dire solo: buono e no buono. Luotto era contrapposto alle ragazze parlanti, le inviate: Milly Carlucci, Isabella Rossellini, Silvia Annichiarico, Mimma Nocelli, Françoise Riviere. Completavano la redazione Michel Pergolani, Fabrizio Zampa e il fantasista Gianni Minà».

Più donne che uomini. Profetico.
«Frequentavo le femministe in via del Governo Vecchio, a Roma, con Mariangela Melato, la mia fidanzata. Mi chiedevo: come fanno a tollerare le vallette che aprono le buste ma non dicono una parola?».

Poi ci fu il 3139, il telefono a disposizione del pubblico.
«Alla radio c’era Chiamate Roma 3131. In tv, niente. Il telefono era ritenuto pericoloso. Aprimmo l’epoca del: da dove chiama? Lanciavamo sciarade, rebus, enigmi. Inventammo il cruciverbone».

Qualche problema ci fu.
«Erano gli anni di piombo. Più che le parolacce temevamo le telefonate dei terroristi. Andai dal direttore Andrea Barbato e chiesi: se chiamano le Brigate rosse, che faccio? Lui: non riattaccare, lasciali parlare. Non capitò, ma…».

Renzo Arbore: “A L’altra domenica Brigate rosse provarono a telefonare”

Ma…
«Qualche anno fa venne a casa mia un fotografo francese per un servizio artistico (mai uscito). La sua assistente mi avvicinò: mi riconosci? Sono Adriana Faranda. Ricordai i timori di allora. Lei mi rivelò che più volte le Br avevano pensato di chiamare. Ma le linee erano sempre occupate».

[…] Di politica si parlava nei cartoon di Guido Manuli e Maurizio Nichetti nello spazio Gasad (Gruppi A Sinistra dell’Altra Domenica)?
«Mettevamo uno di fronte all’altro Craxi e Forlani. Papa Wojtyla giocava a tennis con Panatta e vinceva per intercessione dello Spirito Santo. Nessuno protestò, a eccezione dei socialisti quando ironizzammo su una riunificazione con il Pci. I guai veri vennero anni dopo con le minacce islamiche a Andy Luotto che faceva l’arabo a “Quelli della notte”».

Secondo un sondaggio tra i critici, «L’altra domenica» è il programma più rivoluzionario della tv italiana dopo «Il Fatto» di Enzo Biagi.
«Cercavamo di divertire il pubblico in un momento in cui, ahimè, c’era poco da sorridere. Facevamo goliardia buona, alto e basso. Marenco era il nostro campione».

Racconti.
«Mario è stato un grande umorista. Lo mandavamo sul Tevere e lui raccontava di aver trovato il moncherino di Muzio Scevola. Era così bravo che Fellini volle fargli un provino per “La città delle donne”».

Gli scoop furono tanti.
«Per la prima volta vedemmo Michael Jackson in tv: un bambino. Debuttarono da noi Vasco Rossi, che mi fu presentato come il nuovo Battisti, Pino Daniele e Paolo Conte».

Il sipario calò il 27 maggio 1979. Puntata speciale.
«Avevamo tutti voglia di cambiare. Le Sorelle Bandiera fecero in tempo a girare un film, “L’importante è non farsi notar”, presto dimenticato. Più tardi arrivò “Il pap’occhio”, che invece fu un successo».

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