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Antonello Venditti: “Io bullizzato ho rischiato il suicidio più volte. Odio un appellativo”

Antonello Venditti: “Io bullizzato ho rischiato il suicidio più volte. Odio un appellativo”. Il cantante romano si lascia andare ad una confessione molto intima sulla sua adolescenza in una intervista rilasciata a ‘La Stampa’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Lo vivi con un senso di speranza questo periodo, quindi?
«Certo, altrimenti non partirei per un tour proprio ora: prendo questi concerti come un dovere civile, innanzitutto verso tutti quelli che lavorano nel mondo dello spettacolo, che sono stati così duramente provati dal lockdown e non hanno lavorato per mesi. E poi per il pubblico, per ridare alla fisicità l’ importanza che ha. Naturalmente con la massima attenzione alla sicurezza».

Secondo te cambierà la nostra maniera di vivere?
«Molto. Perché il senso di insicurezza che abbiamo vissuto in questo periodo lo metabolizzeremo con fatica. Un piccolo esempio: ho l’ impressione che porterò sempre la mascherina nei luoghi affollati».

Antonello Venditti bullizzato da piccolo: “Ho rischiato il suicidio più volte”

[…] C’ è una singola cosa che ti è rimasta impressa più di altre di questo periodo?
«Le facce da mutanti, in continuo cambiamento, dei virologi e dei politici in tv, le polemiche infinite sui vaccini, sui richiami. La verità è non siamo in grado di fare previsioni. Anche per questo mi godo questi concerti, perché ho paura che potrebbe uscire qualcosa che ci impedirà di nuovo di vivere in pace».

Hai debuttato 50 anni fa. Cosa volevi trasmettere al pubblico allora? E cosa adesso?
«Immagino la stessa cosa: cantare è un modo per esprimere me stesso e la mia diversità. Non so far altro che parlare di me. La musica per me è una compagna di vita da sempre. Sono stato un adolescente molto solo, bullizzato fino a 16 anni. Ero talmente complesso e complessato che ho rischiato il suicidio molte volte. Le canzoni sono nate da quel dolore, anche se a volte, prendi “Marta”, mi nascondevo dietro a un altro nome.

Adesso ho conquistato tante cose nella mia vita, innanzitutto una certa sicurezza psicologica e spirituale, ma in fondo sono sempre lo stesso. Odio quando mi chiamano maestro. Sono stato maestro di me stesso, mi sono costruito da solo con un linguaggio di scrittura e di canto tutto mio. Quando qualcuno mi dice grazie per le mie canzoni sento una responsabilità verso le persone».

Antonello Venditti: “Io bullizzato ho rischiato il suicidio più volte”

Cosa provi quando un ragazzo bullizzato si toglie la vita?
«Eh, mi sento come mi sentivo allora, quando volevo morire. Devi essere molto forte dentro, credere in te stesso e credere in quello che sei, io sono convinto che si suicidano solo i giusti, quelli che hanno ragione. I colpevoli sono più furbi, magari tentano il suicidio ma poi sopravvivono. Ho molto rispetto per chi si suicida. Il suicidio è nella nostra natura, purtroppo, ma a volte basta una parola per continuare a vivere. Ecco perché c’ è bisogno di amici, di una società che si interessi di te anche se sei piccolo. Ci vorrebbe un amico, sempre».

Si discute molto del ddl Zan, che ne pensi?
«Non ho bisogno di sottoscrivere il decreto Zan: ce l’ ho dentro. Nel mio profondo sono un anarchico, per me conta il mio diritto naturale, la mia coscienza. Non ho bisogno di regole. Ma mi rendo conto che in questi tempi confusi c’ è bisogno di atti formali che ribadiscano la civiltà. Mi sembra così normale che mi pare assurdo doverlo scrivere in una legge».

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