Home » Pino Insegno: “Esordi nel porno? Ogni volta ero doppiamente sfinito. Troisi mi chiamò a casa, pensavano a un imitatore”
Spettacolo

Pino Insegno: “Esordi nel porno? Ogni volta ero doppiamente sfinito. Troisi mi chiamò a casa, pensavano a un imitatore”

Pino Insegno: “Esordi nel porno? Ogni volta ero doppiamente sfinito. Troisi mi chiamò a casa, pensavano a un imitatore”. Pino Insegno e gli esordi nel porno, l’attore e doppiatore si racconta ripercorrendo le tappe più significative della sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Parliamo dei suoi esordi nel porno.
«Come doppiatore!».

Certo.
«Erano due giornate a settimana. Ogni volta ero doppiamente sfinito, per la stanchezza fisica e per quella psicologica».

La cosa più difficile?
«Se ansimi a vuoto per più di 30-40 secondi mandi in iperventilazione il cervello. In Platoon, per esempio, qualcuno svenne».

Il personaggio più famoso che ha doppiato?
«John Holmes».

Solo il parlato, immagino.
«No no, tutto. E lui parlava poco e godeva tanto! Guardi che quarant’ anni fa non c’erano le videocassette e i film porno erano costosi, girati bene, con signori registi, costumisti… Ben Dur, per dire, era fatto benissimo».

Pino Insegno: “Esordi nel porno? Da doppiatore”

L’esperienza nel porno ha condizionato il salto? Oggi può vantarsi di aver doppiato, tra gli altri, Keanu Reeves, Viggo Mortensen, Will Smith, Robert De Niro, Sasha Baron Cohen.
«Per Keanu Reeves in Belli e dannati dovetti fare il provino con il nome falso di Mario Persichetti, perché Vittorio Cecchi Gori non voleva uno della Premiata Ditta. A creare scetticismo non era il porno, il problema era la tv. Finora ho doppiato 400 film da protagonista».

Rivedersi che effetto le fa?
«Ah, quello è il mio momento, perché non sono io che presto la voce a loro, ma loro che prestano il corpo a me».

Come attore, però, è stato doppiato.
«Sì, al primo film: Mezzo destro mezzo sinistro , dove interpretavo un veneto. Lo scoprii al cinema e ci rimasi male. Poi ho lasciato perdere: se sei Aragorn nel Signore degli Anelli che ti importa di un ruolo dimenticabile da attore?».

A proposito del «Signore degli Anelli», dovette superare le resistenze dei tolkieniani.
«Ammazza! Però poi mi hanno amato. Sono anche uno dei fortunati ad avere uno degli anelli usati nel film, una ventina nel mondo».

[…] Torniamo indietro agli esordi nel teatro. La leggenda narra che per il primo spettacolo suo padre fece un prestito di sei milioni di lire.
«Mio padre Armando sta per compiere 90 anni, faceva il vetrinista. Aveva già due mutui e una voglia pazza di starmi vicino».

[…] Una parte del suo successo professionale è legata alla Premiata Ditta. Quando vi siete sentiti l’ultima volta?
«Con Roberto (Ciufoli, ndr ) ieri. Stiamo ragionando su quando riusciremo a riportare in scena Vieni avanti Cretino».

Pino Insegno: “Premiata Ditta? Stiamo ragionando per tornare in scena”

Vi rivedremo tutti insieme?
«A me piacerebbe una serata d’onore in Rai. Francesca Draghetti è la mia direttrice di doppiaggio in American Dad!, lei preferisce stare un passo indietro. Tiziana Foschi è rimasta la stessa. Non c’è mai stata gelosia tra noi. C’è stato un unico momento difficile con Roberto: ci conosciamo da quando eravamo bambini a Monteverde Vecchio e forse ha sofferto di più quando ho intrapreso la mia carriera da solista. Ma lo abbiamo superato subito».

[…] Fa tanta beneficenza, ma non ne parla mai.
«Preferisco così. Non amo farla a beneficio di telecamera».

Possiamo almeno dire che sta per dare la sua voce ai malati di Sla e ai sordomuti?
«Non è ancora il momento per parlarne, ma è un progetto al quale ho lavorato con il Campus Bio-Medico, il Niguarda, NeMo…».

È stato amico di Troisi e Pino Daniele.
«Massimo mi telefonò dopo che avevo lanciato un appello a Domenica in per farmi accogliere nella Nazionale di calcio attori. Aveva risposto mia mamma: “Pino, c’è uno che imita Troisi che ti vuole parlare…”. Non avrebbe nemmeno potuto giocare a calcio, il ticchettio nel petto lo sentivi sempre. Mi diede una prova di amicizia quando si rifiutò di scendere in campo dopo che i senatori della squadra si erano rifiutati di farmi entrare per un solo tempo. Quando morì mi avvisò Pino Daniele».

E con lui come andò?
«Diventammo molto amici. Capodanni insieme, mi faceva sentire i suoi brani in anteprima. Poi ci allontanammo. Ma ho tanti ricordi».

[…] Lei voleva fare il calciatore.
«E sarei anche arrivato ai Mondiali dell’82. Mi hanno stroncato la carriera al Settebagni».

Pino Insegno: “Esordi nel porno? Ogni volta ero doppiamente sfinito”

Però ha fatto presidente.
«Sì, della Ruco Line Lazio, calcio femminile. Convinsi la Panini a fare l’album. Al Flaminio per vederci contro il Bayern Monaco vennero in diecimila. A Pisa vincemmo il campionato e purtroppo avevo promesso di fare uno spogliarello vero, non come quello della Ferilli…».

Dispiaciuto che il suo primogenito Matteo, 23 anni, nato come Francesco dal precedente matrimonio con Roberta Lanfranchi, abbia smesso di fare il calciatore?
«Quando me lo disse replicai: ma scusa, sono l’unico padre al mondo che dice al figlio di lasciar perdere gli studi e di continuare con il calcio e tu smetti? Ma lo capisco. A 15 anni era già nomade. Aveva giocato nel San Paolo, Lazio, Perugia, Pisa, Teramo, Pescara…».

Francesco, 18 anni, gioca a basket.
«Giocava. Ha lasciato quest’ anno in B».

E Alessandro, il primo dei due figli avuti con sua moglie Alessia Navarro?
«Fa nuoto e basket, ha 7 anni. Mentre Valerio, di due, dice già “basta”, “sono sazio”, “faccio da solo”. Ma chi gliel’ha insegnato?».

Cosa può dirci di Alessia?
«Quando l’ho conosciuta aveva 29 anni e io 48, ma lei era come se ne avesse 70-80. Matura, consapevole, mi ha ridato una famiglia. Con lei mi sento protetto, anche quando lavoriamo insieme. Lei riesce, sia in famiglia che sul palco, a farmi dare il meglio di me».

Incontri ravvicinati memorabili?
«Tantissimi. Ho una stanza piena di foto alle pareti, con Maradona, il Papa, attori. Una volta in sala doppiaggio mi dissero: “A Pi’, esci che ce sta Sean Connery”. Pensavo fosse il doppiatore, Pino Locchi: ” E s’ aspettasse n’attimo che ce sta prima n’artro Pino “. Era l’originale…».

[…] Come si vive con un solo testicolo?
«Bene. Scoprii da bambino che l’altro mi era stato asportato. Ho temuto solo di non poter avere figli. Poi ne sono arrivati quattro!».

Seguici anche su Facebook. Clicca qui

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com