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Mara Venier: “Pensione? Io non ci vado. La svolta in pandemia, ho sentito un dovere. E sul matrimonio…”

Mara Venier: “Pensione? Io non ci vado. La svolta in pandemia, ho sentito un dovere. E sul matrimonio…”. Mara Venier, la pensione, Domenica In, il matrimonio, la conduttrice veneziana a tutto tondo sui momenti più significativi della sua vita in una intervista a ‘La Stampa’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Quando è stato il momento di svolta?
«Durante la pandemia ho sentito che il rapporto con le persone amiche e soprattutto con il pubblico prendeva una strada più profonda. Io ho sempre avuto un’immagine ridanciana, scherzosa, tutto quello che è accaduto ha alzato l’asticella e ha svelato una parte nascosta di me».

Per come ha condotto la Domenica in durante il lockdown?
«Sola in studio per mesi, impaurita, attorno a me dolore, io ho un marito con problemi polmonari, avrei dovuto stare chiusa in casa. Mi sono fermata una sola domenica, poi ho ripreso. Stare vicino agli italiani l’ho sentito come un preciso dovere, ho parlato a chi soffriva con la voce rotta di chi aveva veramente paura».

Lei non si è mai interrotta, anche quando si è distrutta il cuboide, quando le hanno devastato il volto.
«E ancora non ho ripreso sensibilità. Ma quella è un’altra cosa, ho condiviso un dolore mio come potrebbe fare una vicina di casa. Ma durante il momento acuto della pandemia partecipavo al dolore di tutti. Ho perso per Covid Carmela, la mia gobbista di soli cinquant’ anni dei quali molti passati insieme. La svolta è stata parlare agli esperti come tutti avrebbero voluto fare, con cuore in mano. Non ringrazierò mai abbastanza i professori Bassetti, Le Foche, Vaia. Io ero in un’età a rischio e non c’erano ancora i vaccini». 

Mara Venier: “Pensione? Io non ci vado…”

Mai pensato basta così? 
«Mille volte. Ma sarebbe stata una vigliaccata tirarsi indietro. Ero morta di paura ma volevo restituire tutto quello che il pubblico mi ha dato e mai come in questi ultimi anni l’ho sentito vicino».

[…] Che resta di quella sventola bionda che vendeva stracci a Campo de’ Fiori nella Roma più popolana e verace? 
«Resta tutto. Nostalgia per una ragazza ingenua che ha permesso troppe volte che le facessero del male. Resta e continua a credere nei sogni, nell’amore. La parte di me hippy figlia dei fiori mi ha salvato la vita anche quando mi è precipitato addosso un successo mai rincorso. La vita mi ha sempre sorpresa. Io vivo in modo semplice, vado al supermercato, sto scalza, sono una zingara. Ho conquistato questa libertà totale che mi è carissima perché la vivo come un privilegio. Non è stato sempre così». 

La sua vita sentimentale oggi è felice? 
«Mi sono conquistata la vita anche in quel campo. Sono 22 anni che sto con Nicola, ci siamo sposati nel 2006, il 28 giugno cade una ricorrenza importante. Lui è il mio equilibrio, mi accetta per come sono, Mara e tutto il pacchetto di amici rumorosi, figli, nipoti. Ma in fondo gli ho anche rallegrato la vita. E abbiamo ancora tanta voglia di stare insieme. La parola d’ordine è rispetto, persino dei reciproci spazi. Si diverte quando abbiamo amici in casa, io cucino per tutti proprio come faceva la ragazza di Campo de’ Fiori, quando non aveva una lira e i piatti si lavano a turno». 

Domenica in… 
«La mia rivincita dopo essere stata cacciata come una disgraziata. Mi ero detta: lo faccio per un anno. Oggi dico: io in pensione non ci vado».

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