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Giappone, perse la moglie nello tsunami del 2011: Yasuo si immerge ogni settimana con una speranza

Giappone, perse la moglie nello tsunami del 2011: Yasuo si immerge ogni settimana con una speranza. L’11 marzo del 2011 un terremoto di magnitudo 9,0 colpi parte del Giappone provocando tsunami che uccise migliaia di persone. Tra queste, a Onagawa, perse la vita, dispersa in mare, Yuko Takamatsu. Da allora suo marito non ha mai smesso di cercare il corpo della donna per darle una degna sepoltura.

Yasuo Takamatsu, a 11 anni dalla tremenda catastrofe, si immerge ogni settimana nelle acque dove presumibilmente la moglie è scomparsa con la speranza di ritrovare il suo corpo. L’uomo ha iniziato a fare immersioni subacquee nel 2013, due anni dopo che un terremoto sottomarino colpì la costa orientale del Giappone, causando il devastante tsunami di Tōhoku che lasciò quasi mezzo milione di senzatetto e uccise quasi 20.000 persone.

Yasuo ha detto che continuerà a cercare per terra e per mare finché non troverà il corpo della moglie. Più di 2.500 persone, infatti, risultano ancora oggi disperse. Il signor Takamatsu ha recuperato il telefono di sua moglie nel parcheggio della banca dove ha lavorato mesi dopo il disastro, ma da allora non ha più trovato nulla. Ha detto che l’idea di sopravvivere e di non cercare sua moglie era “deprimente”.

Dopo aver cercato a terra per due anni e mezzo, l’allora 56enne ha iniziato a prendere lezioni di immersione nel settembre 2013. La moglie di Yasuo era al lavoro, stava ripulendo i detriti dalla devastazione iniziale del terremoto quando è stata travolta dall’onda anomala. Nel suo ultimo messaggio di testo a suo marito, ha scritto “Stai bene? Voglio tornare a casa”.

Giappone, perse la moglie nello tsunami del 2011: si immerge ogni settimana per ritrovare il corpo

Mesi dopo, il suo telefono è stato recuperato con un messaggio non inviato: “Lo tsunami è disastroso”. L’uomo, un autista di autobus, in precedenza aveva detto che non amava fare immersioni in modo naturale, ma che pensare a sua moglie lo aveva spinto ad andare in acqua. “Voglio trovarla, ma so anche che potrebbe non essere mai trovata perché l’oceano è troppo vasto, ma devo continuare a cercare”, ha detto.

Durante ogni immersione, Yasuo indossa una muta stagna di gomma, si carica una bombola sulla schiena ed entra nell’oceano gelido con l’aiuto dell’istruttore subacqueo Masayoshi Takahashi, che guida le immersioni delle persone che cercano le vittime dello tsunami scomparse.

All’epoca dri fatti, la città fu chiusa per sicurezza. Così l’uomo, insieme a sua suocera, si era recato negli ospedali per cercare sua moglie. Quando hanno riaperto la città di Onagawa, giorni dopo la catastrofe, Yasuo andò anche all’ospedale cittadino alla ricerca di Yuko, ma trovò solo il suo nome, scritto nell’elenco dei dispersi insieme agli altri dipendenti della banca. Tutti spazzati via dallo tsunami.

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