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Qatar 2022, Dua Lipa rifiuta di cantare alla cerimonia di apertura: “Andrò in Qatar solo quando avrà mantenuto tutte le promesse”

Qatar 2022, Dua Lipa rifiuta di cantare alla cerimonia di apertura: “Andrò in Qatar solo quando avrà mantenuto tutte le promesse”. A una settimana dal calcio di inizio della Coppa del Mondo in Qatar, la cantautrice britannica di etnia kosovaro-albanese, avvisa lo stato arabo che non farà parte degli artisti che hanno deciso di chiudere un occhio ed esibirsi in quella che da molti viene indicata come una manifestazione che non ha mai rispettato i diritti umani.

Contro il Qatar sono sempre di più le critiche per il trattamento riservato alle donne, ai lavoratori migranti e alle persone LGBT. Per questo Dua Lipa ha deciso di non esibirsi alla cerimonia di apertura in programma per il primo pomeriggio di domenica prossima, 20 novembre, prima del match Qatar-Ecuador che darà il via alla kermesse calcistica iridata.

“Non agirò e non sono mai stata coinvolta in nessuna trattativa per agire. Tiferò per l’Inghilterra da lontano e spero di visitare il Qatar quando avrà mantenuto tutte le promesse in materia di diritti umani che aveva fatto quando ha vinto il diritto di ospitare il Mondiale Cup. Love, Dua x”, ha scritto l’artista nelle sue storie su Instagram.

Qatar 2022, Dua Lipa rifiuta di cantare alla cerimonia di apertura: il motivo

La preoccupazione principale sono i termini contrattuali di centinaia di migliaia di lavoratori migranti impiegati per trasformare il piccolo emirato in una regione in grado di ospitare il più grande torneo di calcio. Resta da vedere quanto tempo impiegheranno gli organizzatori della Coppa del Mondo a negare le accuse contro il governo del Qatar, che includono le affermazioni di The Guardian fatte nel 2013, secondo cui ai lavoratori è stato negato cibo e acqua.

Alcuni affermano che non sono stati pagati o, se lo erano, i pagamenti erano minimi e molto indietro. Un’indagine del Daily Mirror del 2019 ha rilevato che 28.000 lavoratori sono stati pagati circa un dollaro l’ora per una settimana di 48 ore. Il Wall Street Journal ha riferito nel 2015 che più di 1.200 lavoratori sono morti durante la costruzione delle infrastrutture per il torneo. L’anno scorso, The Guardian ha corretto al rialzi quella cifra portandola a 6.500.

Inoltre, il Qatar punisce anche l’omosessualità con il carcere e considera gli uomini i guardiani delle loro donne. Ha anche leggi severe su alcol, droghe, intimità pubblica, relazioni al di fuori del matrimonio, codici di abbigliamento e giuramenti. Insomma, continuano a piovere critiche i inviti a boicottare quella che viene indicata come la manifestazione contro i diritti umani

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