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Usa, mistero al Super Bowl: spot da cento milioni di dollari su Gesù. “Lui ci capisce, è uno di noi”, ma non si sa chi c’è dietro

Usa, mistero al Super Bowl: spot da cento milioni di dollari su Gesù. “Lui ci capisce, è uno di noi”, ma non si sa chi c’è dietro. Negli Stati Uniti stanno andando in onda in TV alcuni spot pubblicitari della campagna “He Gets Us”. In questi spot viene presentato Gesù come ribelle, che si sottomette alla giustizia degli uomini, che socializza e sa divertirsi con gli amici. È una rappresentazione di Gesù in bianco e nero che mette in evidenza gli aspetti più umani di lui e questi messaggi pubblicitari sono diventati virali su YouTube. Questa campagna pubblicitaria verrà trasmessa durante il prossimo Super Bowl, raggiungendo la più vasta platea degli Stati Uniti.

La campagna pubblicitaria, finanziata dalla Servant Christian Foundation, ha prenotato due spot da trasmettere durante l’evento sportivo piu visto dagli americani. Un’operazione dal costo elevatissimo e la fondazione ha già speso 100 milioni di dollari. La campagna ha l’obiettivo di rivitalizzare il brand di Gesù per contrastare la perdita di fedeli, in particolare giovani, dalle chiese. La fondazione prevede di raccogliere e investire un altro miliardo di dollari nei prossimi tre anni per questa campagna di marketing.

Il Super Bowl è una cassa mediatica mastodontica negli States, ma attira anche polemiche riguardo l’utilizzo degli strumenti commerciali. La fonte dei finanziamenti per questa grande campagna rimane sconosciuta e alimenta i sospetti. Haley Veturis, esperto di comunicazione digitale e ex social media manager di una mega-chiesa battista evangelica, afferma che molte chiese considerano il marketing una parola taboo, ma l’evangelizzazione è in fondo marketing presentato con un altro nome.

Usa, mistero al Super Bowl per lo spot su Gesù

Negli Stati Uniti, la religione in moltissimi casi è un business, anche mediatico, basato su molte congregazioni e telepredicatori. E spesso è associata ad attività economiche di grandi dimensioni. Ad esempio, alcuni pastori come Joel Osteen hanno trasformato vecchi palasport in mega-chiese. E proprio su questa filosofia che spuntano grandi cartelloni pubblicitari ovunque, soprattutto lungo le autostrade. I mega poster inneggiano a Dio (o accusano gli atei, magari paragonati a Stalin).

Inoltre, da un po’ impazza il fenomeno del Christian TikTok. Nelle clip pubblucate sulla piattaforma cinese molti ragazzini sono diventati influencer con i loro micro-sermoni su Gesù. Non tutti, ovviamente, sono d’accordo: molti cristiani temono che, se «il mezzo è il messaggio» secondo la celebre definizione di Marshall McLuhan divenuta dogma per i comunicatori, la trasformazione di Gesù in oggetto di marketing può indurre i fedeli a vedere anche la loro chiesa come un prodotto di consumo.

La campagna pubblicitaria “He Gets Us” sta sollevando non poche polemiche per l’ignota origine finanziaria e per la connessione con gruppi religiosi conservatori. Secondo la fondazione che finanzia la campagna, i soldi provengono da famiglie cristiane ricche che non vogliono essere identificate. Ma la sinistra teme che possa trasformarsi in un modo per reclutare i conservatori. La campagna sta cercando di raggiungere i giovani con messaggi adatti alle loro sensibilità e offre un coinvolgimento in gruppi di preghiera e piani di lettura della Bibbia. Tuttavia, molte chiese evangeliche sostengono candidati della destra e David Green, l’unico finanziatore identificato, è un miliardario ultraconservatore.

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