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Gigi Marzullo: “Mio fratello morto a 41 anni era più bravo di me. Raccomandato da De Mita? Non lo conoscevo quando entrai in Rai”

Gigi Marzullo: “Mio fratello morto a 41 anni era più bravo di me. Raccomandato da De Mita? Non lo conoscevo quando entrai in Rai”. Gigi Marzullo sul fratello morto, il rapporto con Ciriaco De Mita e non solo, il giornalista e conduttore irpino, 70 anni, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] compie 70 anni. Auguri! Come festeggerà?
«Aspetterò la mezzanotte alle Terme di Caracalla, con mia moglie e altri amici, al concerto di Massimo Ranieri. Anche se sono nato alle 9 del mattino».

[…] Genitori entrambi maestri.
«Come mio nonno Vincenzo: mi insegnò lui a leggere a scrivere e saltai la prima elementare. Mi accompagnava per mano a scuola: prima ci fermavamo nel Bar Lanzara a comprare una sfogliatella».

E suo fratello Enzo?
«Aveva otto anni meno di me ed era molto più bravo: si era laureato in Lettere in tre anni e una sessione. È mancato nel 2002, a 41 anni. Stavo seguendo il Festival di Sanremo e Del Noce mi mise a disposizione un’auto per tornare a Roma di notte. Fu Antonella, ai tempi la mia fidanzata, ad accompagnare mio padre e mia madre a casa sua perché non rispondeva al telefono: lo trovarono chino sulla macchina per scrivere».

Con Antonella De Iuliis si è sposato solo nel 2018, dopo 20 anni di fidanzamento.
«Sapevo che lei ci teneva, anche se era già stata sposata. Ha fatto tutto Ciriaco De Mita, che teorizzava come l’alternativa al matrimonio fosse peggio del matrimonio stesso. Una sera al Premio Agnes eravamo tutti a tavola e ritirò fuori l’argomento. Io allora dissi: ma se ci sposiamo chi paga? E lui: me ne occupo io, facciamo a casa nostra. E così avvenne. Così ci sposò a Nusco, di cui era sindaco. I miei testimoni erano Adriano Galliani e Flavio Cattaneo».

Che rapporto avevate?
«Di affetto, non politico. Mio padre faceva politica con lui, ma io lo conobbi perché lavoravo in una radio irpina e a Tele Avellino. Parlandoci, capii che era una persona intelligente, di valore: ho imparato moltissimo da lui».

Gigi Marzullo: “Mio fratello morto a 41 anni era più bravo di me”

La aiutò a entrare in Rai?
«No, neanche lo conoscevo quando ho cominciato a fare l’annunciatore. Dopo, sono diventato consulente, programmista e regista. Percorso regolare. Poi gli avranno chiesto se gli ero simpatico. Però non sono mai andato a un telegiornale. Ho aperto la notte di Rai 1 senza rubare o togliere niente a nessuno».

A quale programma è più affezionato?
«A Mezzanotte e dintornie Sottovoce. Ora si parla molto della vita privata, ma io ho cominciato a fare domande personali a Gianni Letta e a Paolo Rossi, il calciatore, quando non le faceva nessuno».

[…] Da ragazzo avrebbe voluto fare l’attore. Quale film le sarebbe piaciuto interpretare?
«Innamorarsi: avrei voluto fare Robert De Niro accanto a Meryl Streep. Quando ero studente, andavo al cinema tutti i giorni alle due del pomeriggio e poi facevo il giro delle mie compagne benestanti per avere le traduzioni delle versioni. Io prendevo 9 e loro 7».

[…] E non è vero che ha imparato dov’è il punto G da Isabel Allende? (Per la cronaca: è nell’orecchio. Disse: «Le donne ascoltano gli uomini solo quando sussurrano»).
«Vero. Fu una bella intervista. Come tante altre. Fanny Ardant la convinsi per sfinimento. Alda Merini, invece, era gelosa dei miei sguardi alle donne più giovani!»

Ha il rimpianto di un figlio?
«Forse sì. Ma c’è Ludovico, il figlio di Antonella: per me è come se fosse un amico giovane. Con le altre ci sono andato vicino solo una volta».

Con Delphine Forrest?
«È l’unico amore nato da un’intervista. Dopo l’incontro andai a trovarla a Parigi, poi venne lei a Roma. Quando le mandai la cassetta con la registrazione le feci una sorta di dichiarazione d’amore: meno male che i genitori non capivano l’italiano e non se ne accorsero, quando la videro».

Ci sa fare con le donne!
«Sì, mi viene dalla provincia. Ad Avellino c’era una tale competizione: di belle ragazze ce n’erano trenta, di spasimanti tremila».

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