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Spettacolo

Liv Ullmann: “Ho avuto successo ma ho fatto cose spaventose. Quando ho corso dietro Greta Garbo…”

Liv Ullmann: “Ho avuto successo ma ho fatto cose spaventose. Quando ho corso dietro Greta Garbo…”. Liv Ullmann sul successo e non solo, l’attrice e regista norvegese, 84 anni, ripercorre le tappe più significative della sua carriera in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

“Quando ero giovane sono passata da un teatro provinciale a Oslo e ho avuto un discreto successo. Insieme a me anche un collega aveva ricevuto una scrittura dal National Theatre. Con una paga molto più alta della mia. Quando ho protestato mi è stato detto che lui aveva una famiglia da sfamare. E io allora? Ero una madre single con una figlia piccola! Ma a quel tempo non avevo in me il senso del giusto, dello sbagliato. E non ho replicato”.

I suoi esordi sono stati segnati dall’incontro con registe però.
“Avevo fatto Anna Frank a teatro con una donna, ma determinante è stato l’incontro con Edith Carlmar che mi ha dato la parte della protagonista nel mio primo film ( Ung flukt, “Il volo giovane”), un personaggio con una sessualità molto disinvolta. Edith era una donna forte e credo mi vedesse un po’ perduta alle prese con il ruolo: «Quanto sai di queste cose?» mi chiese un giorno. «Non sarai vergine?». Avevo 18 anni e lo ero. Quel film mi servì a capire un sacco di cose”.

Eppure, quando fu il suo turno di dirigere si rivelò la peggior nemica di se stessa: sul set portava il caffè al direttore della fotografia. Avrebbe dovuto farselo portare lei!
“È vero, ed è stato Erland Josephson a dirmi: «Smettila Liv! Ora sei una regista, comportati come una regista!». Ero abituata a far piacere agli uomini, a portare loro il caffè. Ma è stato un uomo a farmi notare che era responsabilità mia se non mi prendevano sul serio”.

C’è del buono nel non prendersi troppo sul serio: lei è sempre stata un’attrice e non è mai diventata una celebrity. Volevano che si truccasse di più quando è sbarcata a Hollywood e lei rispondeva: «Non mi trucco, sono norvegese». E quando confrontava la sua condizione con quella della scandinava più celebre della storia del cinema, Greta Garbo, si diceva fortunata: «Io posso sempre tornare a Oslo e mangiare i waffle al formaggio, lei no».
“Ho avuto successo in America, ma ho anche fatto cose spaventose. Non ho mai capito perché mi hanno voluta per certi film, come La signora a 40 carati (1973): non ero una star e quel ruolo lo voleva anche Liz Taylor. Dovevo interpretare una newyorchese 40enne che si innamora di un ventenne, avevamo entrambi 35 anni e io avevo un forte accento norvegese. Ma in quel film c’era Gene Kelly. Purtroppo, io non sapevo ballare…”.

Sapeva correre però, ha inseguito Greta Garbo a Central Park.
“Questo dice molto del mio narcisismo. Ero felice in quel periodo. Avevo avuto successo a teatro, il Time aveva scritto che ero la nuova Garbo, e non era vero. Però ero a Broadway con Anna Christie (Greta Garbo aveva interpretato il dramma di Eugene O’Neill al cinema nel 1930, ndr) perciò quando l’ho riconosciuta mi sono detta che doveva saperlo a ogni costo. Ma non appena mi sono mossa verso di lei, ha accelerato il passo e quando ha visto che non mollavo si è messa a correre. Mi ha seminato.Mi sono vergognata di me per aver messo in difficoltà quella povera donna che chiedeva solo di essere lasciata in pace. Il mio era solo orgoglio, vanità”.

Tra le etichette più difficili da rimuovere per lei ci deve essere stata la definizione di “musa di Ingmar Bergman”.
“Abbiamo fatto insieme 12 film e una figlia (Linn,56 anni, scrittrice e giornalista, ndr),ho diretto 3 testi suoi. Ma quando ci siamo incontrati io avevo 25 anni e lui 21 di più: certo la mia vita è stata quello che è stata grazie a quell’incontro. Ma John Lithgow quando mi ha consegnato l’Oscar ha detto una cosa che mi ha fatto molto piacere: «A chi ritiene che Liv non sarebbe mai diventata una delle nostre più grandi attrici senza Ingmar Bergman, rispondo che Bergman probabilmente non sarebbe mai stato uno dei nostri più grandi registi senza Liv Ullman». Tutti hanno applaudito, perciò credo di potermi prendere questo merito”.

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