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Spettacolo

I successi di Geolier fanno impazzire l’Italia (dei vecchi)

I successi di Geolier fanno impazzire l’Italia, ma solo dei vecchi, perché i voti per il rapper partenopeo a Sanremo arrivano da tutto lo Stivale. E c’è un perché. Anni di emigrazione e immigrazione hanno ‘costretto’ i giovani settentrionali a crescere e convivere con meridionali e nordafricani, un aspetto di non poco conto se si considera che il risultato mette in luce generazioni libere da pregiudizi, rispetto invece ai rispettivi genitori, avvolti nelle ombre del razzismo e di una presunta superiorità settentrionale, che non c’è e non c’è mai stata.

Geolier è infatti l’idolo di quasi tutti i ragazzini italiani da Nord a Sud. E dovrebbe essere un segnale positivo da accogliere con entusiasmo visto che parliamo di un rapper ‘atipico’, che a differenza di molti altri artisti, nelle sue canzoni non inneggia a pistole, gangster e droga. Inoltre, si tratta di un ragazzo cresciuto in uno dei quartieri più difficili del capoluogo partenopeo: Secondigliano. Come Scampia descritto da libri e fiction come male assoluto, ma che invece sforna talenti che riescono a farsi strada nonostante la maledetta retorica che da anni cerca di oscurare tutto ciò che non è camorra.

Ma torniamo a Sanremo. L’avventura di Geolier non era iniziata nel migliore dei modi visto che alla presentazione del testo scritto, la grammatica della LINGUA napoletana non era stata rispettata. Apriti cielo: parrucconi da ogni angolo di Napoli hanno sollevato gli scudi sottolineando questo aspetto, tirando in ballo autori partenopei di secoli fa. Ma tant’è, alla fine è stata una critica costruttiva visto che molti italiani, ma anche tanti napoletani, ignoravano che l’idioma partenopeo avesse delle regole. Cosa che invece ora sanno tutti (un plauso al Movimento Neoborbonico che senza fare troppe storie ha semplicemente corretto il testo, inviato via mail al cantante).

L’odio social

L’aspetto osceno è però emerso questa settimana, dopo i successi di Geolier nel corso della kermesse musicale. Non si contano più i messaggi di odio riversati dai boomer social sul rapper, vincitore della seconda e della quarta serata del Festival. Addirittura un quotidiano del Nord, nelle pagelle ha definito Geolier camorrista, solo perché chi scriveva ci ha visto un abbigliamento da malavitoso (ma che tristezza!), salvo poi fare dietrofront accampando scuse ridicole. Eppure la storia parla chiaro: musica e spettacolo rappresentano il pezzo forte di una città che detta legge da questo punto di vista. E non solo.

Insomma, in questo Paese chi viene da Napoli, o dal Mezzogiorno in generale, è considerato un cittadino di serie b, una valvola di sfogo sulla quale riversare odio, rabbia e frustrazione, qualcuno a cui non è concesso primeggiare in nessun campo, lo dimostrano i fischi del pubblico dell’Ariston ieri sera. Eppure i numeri parlano chiaro: con le visualizzazioni Geolier ha lasciato il vuoto dietro, un po’ come il Napoli di Spalletti l’anno scorso.

Non importa come finirà stasera, Geolier ha spezzato questa catena di inciviltà, così come in tanti prima di lui l’hanno spezzata, aprendo la strada a una Rinascita di Napoli, dei napoletani e dei Meridionali. E con buona pace dei cari fratelli d’Italia che farebbero bene a metabolizzare questo concetto perché, citando testualmente le parole dello stesso Geolier a ‘Le Iene’, “adesso Napoli e i napoletani si vogliono affermare, per il loro talento e per la loro forza. E se a qualcuno non sta bene, se qualcuno vede in tutto ciò un problema, il problema sapete dov’è? Allo specchio”.

Carmine Gallucci

direttore@brevenews.com

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