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Euridice Axen: “Amore? Ho sofferto e adesso mi preoccupa un aspetto. Con Ghali Peggio del regime, vi spiego perché”

Euridice Axen: “Amore? Ho sofferto e adesso mi preoccupa un aspetto. Con Ghali Peggio del regime, vi spiego perché”. Euridice Axen sull’amore e non solo, l’attrice diventata celebre nei panni della spregiudicata Tamara in Loro (di Paolo Sorrentino), 43 anni, si racconta a cuore aperto in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Chi sono, secondo lei, le «illuminate» del nostro tempo?
«Ne cito due che ho da poco interpretato in teatro: Mariangela Melato, che era qualcosa di più di un’attrice, era una donna che portava le sue mille vite sul palco. E Moana Pozzi che, nonostante i pregiudizi sulla sua professione, era intelligentissima e capiva più degli altri».

In Volare, invece, interpreta una ragazza che non vuole capire che un amore è finito.
«Già, la sua ostinazione sfiora la tossicità».

Come quando, pur adorando volare, si imbuca a un seminario per gente che ha il terrore dell’aereo. Lei ha mai fatto una follia del genere?
«Mi sono presentata, a sorpresa, in un altro Paese per chiedere scusa dopo un litigio. Ma non ho mai supplicato le attenzioni di un uomo, tranne una volta».

Quando?
«A 15 anni, era il mio primo fidanzato. Lui amava un’altra e io mi sono buttata per terra, mi sono strappata i capelli, ho minacciato chissà che cosa. Non è servito a niente e ho imparato la lezione. Dopo di lui, ho avuto molti rapporti tossici, ma con dinamiche diverse».

Quali?
«Mi è capitato di stare insieme a persone che non stimavo. E non le stimavo perché con me non si comportavano bene. Di conseguenza, io mi comportavo male con loro. La relazione diventava presto un misto di rivalità e possesso. Un cocktail letale, da cui l’amore è escluso».

Euridice Axen: “Amore? Ho sofferto e adesso mi preoccupa un aspetto”

L’amore bello, invece, dove sta?
«Nella voglia di prendersi cura l’uno dell’altro. È un sentimento che viaggia a un beat più lento, quindi spesso si pensa che non sia abbastanza».

Lei ne ha mai avuti amori così?
«Uno».

Per il resto ha sofferto molto?
«Sì, ma ora non soffro più: sono sola da un po’. In questo momento l’amore non è una mia priorità. Non mi manca neanche. A volte addirittura mi preoccupo perché non mi manca. Di notte soprattutto, ma poi il pensiero vola via. Forse è una reazione alla troppa importanza che, in passato, ho attribuito a relazioni sentimentali che poi si sono rivelate nocive. Anche se non mi sento vittima: sono consapevole di aver cercato io le persone sbagliate».

[…] Quando si è sentita una brutta persona?
«Tutte le volte che ripenso a come mi sono comportata con una compagna delle medie. La prendevo in giro per l’accento, perché lei era australiana, la bullizzavo».

Le ha mai chiesto scusa?
«No, perché è una cosa che farebbe stare meglio me. Non me lo merito. Preferisco che lei mi ricordi come la stronza che ero».

E che non è più?
«Nel mio lungo percorso di autoconsapevolezza ho capito di essere ipersensibile. Questo significa che, se si oscura il cielo, io cambio umore. Ma significa anche che comprendo meglio gli altri, so quello che provano».

Qualità piuttosto utile per un’attrice.
«Credo che sia una conseguenza del mio lavoro. Ma non è scontato: ci sono attori bravissimi a calarsi nei panni degli altri sul palco, e pessimi a empatizzare nella vita».

Euridice Axen: “Con Ghali Peggio del regime, vi spiego perché”

Ultimamente, gli artisti che dimostrano di provare empatia nella vita vengono silenziati. Prendiamo il caso di Ghali e il suo appello per fermare il massacro a Gaza.
«Ho trovato quell’episodio agghiacciante. Ghali ha detto solo la verità e ha espresso un desiderio di pace. Qui non si tratta di fazioni, di stare da una parte o dall’altra, di stabilire chi abbia ragione in una guerra che dura da quasi un secolo: si tratta solo di arginare la devastazione di un popolo. Se non si può dire questo, significa che siamo…».

In un regime?
«Peggio, all’inferno. Un bambino che oggi vede la gente venire redarguita per aver invocato la pace, che idea si farà della libertà un domani?».

[…] Che cosa sogna?
«Sono sempre un po’ sognante. Nel senso che vivo oltre le nuvole, non sulla terraferma. Me ne accorgo quando cammino per strada: se incontro qualcuno, spesso non lo riconosco, mi devono chiamare più volte, perché sto sempre da un’altra parte».

Che cosa c’è da quell’altra parte?
«Tanta bellezza, e meno dolore».

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