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Damiano Gavino: “Un provino mi ha cambiato la vita. Dal papà di Giulia Cecchettin ho imparato una grande lezione”

Damiano Gavino: “Un provino mi ha cambiato la vita. Dal papà di Giulia Cecchettin ho imparato una grande lezione”. Damiano Gavino sul provino che gli ha cambiato la vita, e non solo, l’attore romano, 22 anni, ripercorre le tappe della sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Della sua famiglia tutti conoscono sua sorella Lea, una delle protagoniste di Skam Italia. Anche i vostri genitori lavorano in ambito cinematografico?
«No, mia mamma è maestra elementare. Insegna da 40 anni. Nel nostro quartiere, la vera star è lei: non può fare due metri senza che qualche ex studente la fermi».

Suo padre, invece?
«Per 30 anni è stato un architetto del Comune di Roma. Tre anni fa ha cambiato mestiere e ora si occupa di sport e benessere per le aziende. Per esempio, porta i dipendenti a fare il cammino della Via Francigena. Sono andato anch’io una volta. Dopo due giorni però ho mollato: troppa fatica».

Ma lei non era uno sportivo? Una promessa del calcio?
«Ho smesso tempo fa. Ora sono fuori allenamento. Ho pure paura di tornare a giocare, perché se mi rompo una gamba non lavoro per sei mesi».

Era bravo?
«Non abbastanza da farci una carriera».

Damiano Gavino: “Talento naturale? Direi che sono un parac*lo naturale”

A scuola come se la cavava?
«Bene, studiavo solo quando dovevo studiare. E in alcune materie andavo di intuito. Ho frequentato il liceo musicale e con il pianoforte, per esempio, ho sempre sfruttato l’orecchio. Facevo suonare un pezzo alla professoressa, la registravo e lo studiavo da lì. Mai usato uno spartito».

Quindi, ha un talento naturale.
«Direi che sono un paraculo naturale».

Appassionato di musica fin da piccolo?
«Sì, ma all’inizio non volevo iscrivermi a quel liceo. Pensavo di seguire gli amici allo scientifico, anche se in matematica e fisica sono sempre stato un disastro. Forse sono pure discalculico».

Che cosa le ha fatto cambiare idea?
«Mio padre, che non mi ha mai imposto nulla, tranne che di tentare l’ammissione a questa scuola. Io non volevo. Il giorno dell’esame, di fronte all’ingresso, ero in lacrime. Lui mi ha preso per mano e mi ha detto: “Ok, andiamo a casa”. In quel momento è scattato qualcosa in me. Ho smesso di piangere e ho risposto: “No, lo faccio”. Mi hanno preso».

Damiano Gavino: “Un provino mi ha cambiato la vita”

Anche con la recitazione è andata così: ha raccontato che è stata sua sorella a suggerirle di sostenere il provino per Un professore. Dopo qualche reticenza ci ha provato, e il ruolo è stato subito suo.
«Già. Era un periodo strano. Mi ero iscritto alla facoltà di Scienze della comunicazione e non ero felice. La ragazza mi aveva lasciato. Mia madre mi disse: “Si chiude una porta, si apre un portone”. Aveva ragione: quel provino mi ha cambiato la vita».

Partiamo dall’ovvio: ora le ragazze faranno a gara per uscire con lei.
«Sì, boh, forse. In questo momento sono in una relazione stabile, non ci faccio molto caso».

Immagino che in tante le scrivano su Instagram.
«Sì, uomini e donne, senza troppi freni. Io e i miei amici ridiamo molto per certi messaggi spinti».

La sua compagna, Virginia, non fa parte del mondo dello spettacolo. Si ingelosisce?
«Per niente. A volte mi viene da chiederle: ma dai, non sei gelosa? Neanche un pochino?».

Lei lo è?
«Lo sono stato, in passato, e in una maniera che, mi sono reso conto, poteva rasentare la tossicità».

Nel senso che diceva alla compagna di allora: «In discoteca da sola non ci vai»?
«Non sono mai arrivato a proibirle delle cose, ma mi dava fastidio se le faceva. Così poi cominciavo a litigare, con un pretesto qualsiasi. All’inizio scambi la gelosia per una dimostrazione d’amore. Invece è una dinamica che fa stare male tutti, chi la prova e chi la subisce. Ma questo l’ho capito recentemente».

Quando?
«Mi si è acceso un faro mentre ascoltavo il papà di Giulia Cecchettin in tv. Lì ho imparato che non bisogna dire “la mia ragazza”, perché quella ragazza non è tua e non lo sarà mai. Ho smesso di farlo».

Damiano Gavino: “Dal papà di Giulia Cecchettin ho imparato una grande lezione”

Oggi, come presenta Virginia?
«Come “la mia compagna”, perché mi accompagna per un tratto di vita. In questo caso l’aggettivo non indica un possesso. Lo stesso vale per “mia moglie”: mica intendi che è tua, è un titolo».

Lei crede nel matrimonio?
«Sì, ho l’esempio di mamma e papà, felicemente insieme da 31 anni. Detto ciò, non so se io mi sposerò. Magari lo farò solo per la festa, sono uno di quelli».

[…] Di quei genitori con cui puoi parlare di tutto?
«Sì, anche se io sono un po’ riservato. Recentemente abbiamo rivisto un filmino di me e Lea. Lei a tre anni si metteva in piedi su un sasso, cantava e ballava davanti ai parenti. Io, in un angolo. Tuttora sono il più schivo, e tante cose le tengo per me».

Le va di dircene una?
«C’è stato un periodo in cui avevo atteggiamenti ossessivo-compulsivi. Per un anno sono andato a scuola in tuta perché pensavo che, se avessi cambiato look, avrei preso due. Oppure accendevo e spegnevo l’interruttore della luce in un certo modo, convinto che, sennò, chissà cosa sarebbe successo».

Le capita ancora?
«No, quando ho iniziato a recitare ho detto: basta».

Di solito, questi non sono disagi che se ne vanno così, solo perché decidiamo che non li vogliamo più.
«No, ma io ho imparato a riderci su. Poi, sotto sotto, lo so che non è una cosa comica per niente ma, che ti devo dire, a me aiuta ridere in faccia alla paura».

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