La strategia difensiva dei capodogli: scarica di diarrea per mettere in fuga le orche. I capodogli sono generalmente considerati predatori all’apice della catena alimentare, nel senso che sono in cima e non devono preoccuparsi di essere mangiati, ma solo di mangiare. Tuttavia, gli osservatori di balene durante un viaggio intorno al Bremer Canyon (Australia occidentale) hanno assistito a un attacco di orche che avevano come obiettivo principale un cucciolo di capodoglio, e alla relativa strategia difensiva dei capodogli.
“Mentre ci avvicinavamo, il gruppo di capodogli appariva angosciato ed esausto, rannicchiati insieme in un gruppo stretto, sporgendo la punta della testa fuori dall’acqua e rilasciando forti getti mentre cercavano di riprendere fiato. I membri del branco di orche nuotavano in cerchi stretti attorno ai capodogli rannicchiati che agitavano la coda per allontanare i predatori”, le parole della biologa marina Jennah Tucker, riportate da “Subway”.
Poco dopo, una “grande bolla scura è salita in superficie tra i capodogli”. Chi osservava la scena ha pensato subito che si trattasse di sangue. Le orche si stavano già servendo al banchetto. “Ma qualcosa non andava. Una delle orche ha iniziato a sbattere la coda sul lato sinistro e le altre si sono allontanate rapidamente dal mucchio di capodogli”, ha aggiunto Jennah.
Si scopre che invece non era sangue, ma piuttosto una cosiddetta “nuvola di diarrea”. Le balene avevano usato la “defecazione difensiva” per salvare il cucciolo. Poiché le feci sono solitamente di colore rossastro, a causa della loro dieta composta per il 90% da calamari, inizialmente sono state scambiate per sangue.
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