Home » Giusy Buscemi: “I miei figli si chiamano tutti ‘Maria’? C’è un motivo. Io laureata poi un’occasione ha ribaltato i piani”
Gossip Spettacolo

Giusy Buscemi: “I miei figli si chiamano tutti ‘Maria’? C’è un motivo. Io laureata poi un’occasione ha ribaltato i piani”

Giusy Buscemi: “I miei figli si chiamano tutti ‘Maria’? C’è un motivo. Io laureata poi un’occasione ha ribaltato i piani”. Giusy Buscemi sui figli, il marito, le origini, la carriera e non solo, l’attrice siciliana ex Miss Italia, 31 anni, si racconta a tutto tondo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Un’ascesa a gran velocità. Ma dica prima perché i suoi tre bimbi hanno tutti il doppio nome e il secondo è sempre Maria, anche per i due maschietti.
«Beh, come mio marito, all’anagrafe. Pure lui. Sperando sempre nella protezione della Madonna».

Solida devozione?
«Cristiani praticanti. A Messa ogni domenica».

Bella, affascinante, ma quindi lei è una star tutta casa chiesa e set?
«Direi con ironia che il set è la strada spericolata fra casa e chiesa. In effetti, avverto l’importanza di fede, formazione, impegno di vita».

[…] Come si passa da fioretti e pergamena a Miss Italia?
«Anche con tanta fortuna. Mi ripeto che i conti non tornano. Sì, tanto impegno da parte mia. Ma anche tanti doni. Ricevo tantissimo. Miss Italia arrivò per gioco».

Chi lo propose?
«Un’amica di famiglia, Fioretta Mari, la grande attrice poi insegnante di “Amici” per Maria De Filippi. Frequentavo lo Scientifico, a Menfi, la mia città, la città del vino. Mi disse: “Tu a Miss Italia non vincerai mai, ma qualcuno ti noterà”».

Giusy Buscemi: “I miei figli si chiamano tutti ‘Maria’ per un motivo”

Non ci aveva pensato prima di allora?
«Assolutamente no. E non pensavo nemmeno di fare prima un corso di dizione. Ma lei fu categorica, col suo accento fiorentino: “Non ti si può sentire”. In effetti, quelle doppie “T” rafforzate dell’agrigentino… Non finirò mai di ringraziare i miei genitori. Una volta alla settimana, per dieci volte, a lezione da Menfi a Catania».

Quattro ore di macchina.
«Quattro all’andata e quattro al ritorno. Per un corso che cominciava alle 8 del mattino e finiva alle 10 di sera. Partivamo prima dell’alba e tornavamo alle 2 di notte. L’indomani mattina io a scuola e mio padre a lavoro».

Credevate tutti in «Giusy Miss»?
«Non ci credeva nessuno. Era solo una parentesi prima dell’iscrizione a Medicina. Poi, l’occasione ha completamente ribaltato i piani».

Ma laureata alla Sapienza.
«Dopo tre figli, l’anno scorso. In Lettere e filosofia. Con una tesi sui dialetti, sulla bellezza e l’importanza di una lingua come il siciliano, “T” comprese. Una sfida grande. Una fatica immane tra famiglia e set, ma io dovevo chiudere un cerchio».

Una scommessa?
«Nella vita bisogna sempre cercare di chiudere il cerchio. L’ho fatto per poterlo raccontare ai miei figli».

[…] Nostalgia della «città del vino», di quella Menfi circondata dalle viti?
«Amo tanto la terra da avere pensato alla mia seconda vita».

Per fare cosa?
«L’imprenditrice agricola».

Dai ciak ai campi?
«Mio padre è agricoltore. Ho studiato per un anno. Esame fatto a gennaio. Sul set di Vanina la sera studiavo. Come per la laurea. Che fatica. Promossa. Ho già il patentino Iap».

Cioè?
«Da gennaio sono “Imprenditrice agricola professionale”».

Giusy Buscemi: “Mi sono laureata poi un’occasione ha ribaltato i piani”

E il marito regista (Jan Michelini ndr)?
«Ama la Sicilia e la campagna più di me. Sa di mio nonno soprannominato con i nomignoli di un tempo “Nino ‘u seminzeri”. Quello che semina. Adesso piantiamo avocado e ulivi».

Lei bambina?
«A raccogliere asparagi, meloni. A pigiare l’uva con i piedi nella terra di Diego Planeta».

[…] Il dialetto?
«Prima, il corso di dizione per cancellare l’accento. Adesso, il ritorno con Vanina alle inflessioni un po’ catanesi, un po’ palermitane. Beh, la tesi della Sapienza è servita. Studiavo sui video dei miei nonni che non parlavano italiano».

Sui filmini di famiglia?
«Compleanni, feste comandate. Mi raccontavano cose antiche, detti siciliani. E adesso che sono in cielo studio sulle loro parole».

Nei momenti difficili Vanina potrebbe estrarre la sua colt. E lei? Le sono capitate molestie o moleste avances?
«Molto fortunata. Protetta forse da un angelo custode. Ma fino a 19 anni papà e mamma mi hanno tenuta sotto una cappa di vetro. Sempre seguita. E li criticavo. Adesso capisco che era la cosa migliore da fare. Ma lo capisco da mamma di una bimba di 6 anni».

Seguici anche su Facebook. Clicca qui

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com