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Marcello Cesena: “Jean-Claude? Grazie a lui campo di rendita. Da attore serio a comico grazie a una battuta”

Marcello Cesena: “Jean-Claude? Grazie a lui campo di rendita. Da attore serio a comico grazie a una battuta”. Marcello Cesena su Jean-Claude, la carriera, e non solo, l’attore, comico e regista genovese, 67 anni, si racconta ripercorrendo le tappe più significative della sua carriera in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Partiamo dal teatro. Quando è nata la sua passione per il palcoscenico?
«Ero piccolissimo. Un giorno mio padre portò me e mia sorella a vedere uno spettacolo di burattini e poi ci mostrò la parte inferiore del teatrino, dove si muovono i burattinai. Per me fu come entrare in un’altra dimensione, sentii quel brivido che poi ha indirizzato la mia vita».

È un ricordo nitido.
«Ho ricordi vivissimi della mia infanzia. Ricordo chiaramente quando mia madre mi fece bruciare il dito sul ferro da stiro per non farmi avvicinare. E infatti ora vivo di rendita con “Madreee”, la madre pazza in “Sensualità a corte”».

Ma in realtà sua madre l’ha sempre supportata.
«Fu lei a spronarmi a tentare l’ingresso alla scuola del Teatro Stabile di Genova, anche se all’epoca studiavo architettura all’università. Mi disse di provare perché sapeva che sarei stato felice».

Quindi ha iniziato come attore “serio”.
«Sì, ma non riuscivano a inquadrarmi: ero uno spilungone fotogenico con la voce particolare, non mi capivano».

Marcello Cesena: “Jean-Claude? Grazie a lui campo di rendita”

Quando ha capito che la comicità poteva essere la sua strada?
«Un giorno durante uno spettacolo decisi di recitare la mia battuta non con la voce impostata che mi forzavo di avere sul palcoscenico, ma con la mia. Anzi, aumentando le note alte della mia voce. La platea fece una grandissima risata».

E poi?
«Da allora fu una risata ogni sera. Il regista iniziò a guardarmi come se fossi un’opportunità in più per lo spettacolo».

Insomma, la voce particolare è diventata una risorsa.
«Alla fine ho capito che se ti guardano strano è perché un interesse c’è. Se hai qualcosa di diverso dallo standard, all’inizio magari ti respingono, poi però ti accorgi che quel qualcosa ti rende più interessante».

Che cosa ha capito grazie a “Sensualità a corte” e al personaggio di Jean-Claude?
«Che sono il mio modo per poter fare qualunque cosa voglia, dalle sigle di James Bond alle scene con attori seri. “Sensualità” è il mio posto dove sperimentare ciò che mi piace».

[…] Da più di vent’anni fa anche il regista di spot.
«È iniziata per caso, ad “Avanzi” (storico programma comico di Rai3, ndr), facevo la parodia delle pubblicità. Poi mi hanno chiesto di fare spot veri».

Marcello Cesena: “Da attore serio a comico grazie a una battuta”

[…] Com’è per un comico fare spot con altri comici?
«I comici sono sospettosi: hanno paura che arrivi qualcuno e gli rovini quel meccanismo misterioso per cui fanno ridere. Di me però si fidano perché facciamo lo stesso lavoro».

Che ricordo ha di Mike?
«Mi faceva impressione lavorare con una persona che guardavo in tv da bambino, ho un bellissimo ricordo. Poi all’epoca era già vecchiettino, dolcissimo».

Un ricordo speciale?
«La volta in cui mi invitò sul suo aereo privato. Ero anche tentato di salire, ma poi mi bloccò una “visione”. Mi immaginai la prima pagina di “La Repubblica” col titolone: “Precipita l’aereo di Mike”, e io neanche nominato di striscio (ride). Presi il treno».

[…] Lo sanno in pochi, ma lei presta la voce all’uccellino dell’acqua Uliveto.
«Quando ho iniziato a occuparmi di quegli spot, la voce dell’uccellino era una voce da uomo e non mi piaceva. Per me doveva avere una voce da cartoon, e chi meglio di me poteva farla (ride)? In pratica, ho fatto un provino a me stesso».

E poi ha scritto un libro, il thriller “Un luogo sicuro”, ambientato a Parigi dopo un attentato.
«Avevo appena preso casa lì nel 2015, quando ci fu la strage del Bataclan. Fu terribile. Ho iniziato a farmi delle domande per capire meglio la tragedia, e ne è nato un romanzo».

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