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Alessandra Mastronardi: “I Cesaroni? Io insultata e minacciata. In Poirot sono finalmente antipatica”

Alessandra Mastronardi: “I Cesaroni? Io insultata e minacciata. In Poirot sono finalmente antipatica”. Alessandra Mastronardi sui Cesaroni, l’audio serie Poirot a Styles Court in cui veste i panni di un’ambigua governante, e non solo. L’attrice napoletana, 39 anni, ne parla in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

L’attrice è alle prese con il primo personaggio spigoloso della sua carriera, l’attrice racconta con entusiasmo l’esperienza. “No no, ammettiamolo pure: una vera antipatica, acida e impicciona. È divertente per quello! Meno male che ci sono le serie audio, mi permettono ‘colori diversi’: sullo schermo ho fatto un po’ più di fatica a uscire dal ruolo della dolce Eva Cudicini de I Cesaroni che tanto è stata amata… Evidentemente il mio viso rassicura: va avanti così da sempre, non ci combatto più”.

Alessandra Mastronardi: “I Cesaroni sono stati la mia scuola”

Il successo ottenuto con ‘I Cesaroni’ continua a seguirla da quasi vent’anni, e ancora oggi la rete si anima quando si parla di lei e della serie, sia per la sua assenza dal sequel girato da Claudio Amendola sia per la mancata partecipazione ai funerali del coprotagonista Antonello Fassari. L’attrice precisa: “I Cesaroni sono stati la mia scuola, il mio primo banco di prova per tanti anni, non li ho mai rinnegati e mai lo farò. Ho vissuto, pianto e riso creando il personaggio, amandolo così tanto da avere il coraggio di lasciarlo andare prima che la storia diventasse viziata dal tempo. Purtroppo essere entrati così profondamente nel cuore di tante famiglie ha i suoi contro e in questo mondo dove i social sono diventati le nuove piazze di scambio e incontri, senza nessuna regola se non quella della libertà di parola che spesso si tramuta in libertà di insulto, ecco che dire di no a una settima stagione o mancare fisicamente a un funerale, per motivi strettamente personali, scatena una violenza verbale senza precedenti, dove tutti si sentono legittimati a imporre la loro visione sulla vita di chi in realtà neanche conoscono. Solitamente lascio cadere nell’etere chi si definisce da solo tramite le parole che usa”.

Alessandra Mastronardi: “I Cesaroni? Io insultata e minacciata”

Per la prima volta, si apre in modo diretto sul tema degli attacchi ricevuti. “La rabbia che ho letto, gli insulti, le minacce di morte, la cieca ferocia manifestata senza alcuna ragione mi ha fatto riflettere parecchio. Se io – che ho 39 anni, frequento questa realtà mediatica da un po’ e dovrei essere preparata agli haters, agli odiatori – sento oggi il peso di queste offese, chi di anni ne ha 15, oppure 20, cosa può avvertire? Come reagisce? Nessuno di noi è tutelato, nessuno è veramente al sicuro finché ci limitiamo a leggere, scorrere e commentare la violenza di ogni genere, anche solo verbale. Mi piacerebbe un mondo dove ci si ama di più e, se è ancora lontano, allora un mondo dove anche l’universo di internet applica regole comportamentali: la libertà è un diritto di tutti, ma bisogna imparare a vedere dove finisce la tua e inizia la mia”.

Alessandra Mastronardi: “In Poirot sono finalmente antipatica”

Ripensando a quanto vissuto, riconosce che qualcosa di importante rimarrà con lei. “Di sicuro quella libertà che noi attori – essendo ahimè perennemente insicuri ci concediamo di rado. All’inizio prevale la paura, la costrizione di paletti che ti autoinfliggi (in realtà, non te li mette nessuno!). Invece qui ho provato il gusto del gioco e ho capito che più ti diverti più funziona”.

Nonostante l’esperienza e il lungo percorso, confessa che l’approccio al lavoro resta tormentato. “Sono super seria e gli arrivi sul set sono pieni di dubbi: devo scardinare ogni idea che mi sono fatta sul ruolo per potermi lasciare andare. C’è uno strano paradosso, più cresci e più capisci tante cose, ma nel contempo aumenta la consapevolezza dei tuoi limiti: li riconosci, li vedi. Da giovane hai un’incoscienza meravigliosa, ti butti e vai, non te ne importa nulla”.

Parlando dei prossimi progetti, l’attrice rivela: “Verrà presto messo in onda Doppio gioco, la serie di Canale 5 diretta da Andrea Molaioli. L’aspirazione sarebbe passare anche a sceneggiare, e avrei già individuato due testi perfetti: È quello che ti meriti e Tremi chi è innocente di Barbara Frandino (entrambi Einaudi, ndr ). Ha una scrittura molto cinematografica e molto femminile, ma non quel femminile ‘rosa’. Per nieeente! Rivela il famoso ‘dark side’, che a me intriga”.

Alessandra Mastronardi: “Io sceneggiatrice per Master of None””

A proposito di scrittura, racconta che si è già cimentata in veste di sceneggiatrice. “Sì! Per Master of None, la serie Netflix di Aziz Ansari: ho scritto io il personaggio di Francesca, dove avevo messo tutto di me, dai riferimenti alla mia famiglia a quelli alla mia migliore amica. È stata un’esperienza divertente: non l’avevo mai fatta, io e Aziz improvvisavamo. Ah, ho partecipato pure alla produzione e alla stesura di Milk Teeth-Essere bambine in Afghanistan, un corto animato per Unicef. Un progetto nato sul campo, proprio sul campo”.

Approfondendo l’argomento, spiega cosa intende con “nato sul campo”. “Sono andata a Kabul con il regista Giuseppe Carrieri, però non potevamo portare nessun operatore: non erano ancora entrate in vigore le ultime restrizioni talebane (per le regole che ci sono adesso probabilmente non potrei neanche entrare nel Paese, in quanto donna), però non ci erano consentite le riprese. Abbiamo conosciuto uno dei pochissimi cineasti rimasti nel Paese, Amin Meerzad, e gli abbiamo chiesto: ‘Perché non giriamo un corto? Lo scriviamo insieme, tu lo dirigi, noi lo produciamo e lo portiamo in Italia per mostrare la parte artistica di un Afghanistan ormai soffocato’. E così è andata!”.

Infine, racconta il soggetto del corto. “Parla di una bambina che – consapevole che, crescendo, si sarebbe dovuta sottomettere a un matrimonio combinato – comincia ad avere il terrore di diventare adulta e, quando cominciano a caderle i dentini, prova a riattaccarseli…”.

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