Amanda Seyfried: “The Testament of Ann Lee rispecchia un problema attuale. I potenti sono terrorizzati dalle donne leader”. Amanda Seyfried su The Testament of Ann Lee, l’attrice statunitense, 39 anni, è la protagonista del film diretto da Mona Fastvold. Ne parla in una intervista a ‘Io Donna’ della quale vi proponiamo alcuni passaggi.
Amanda Seyfried non è nuova a ruoli che la portano a esplorare territori oscuri e spiritualmente intensi, spesso legati alla religione. Nonostante il suo nome sia associato soprattutto alla gioiosa solarità di Mamma mia!, l’attrice ha più volte scelto progetti dal forte contenuto mistico e introspettivo. In First Reformed di Paul Schrader, ad esempio, ha interpretato un personaggio in odore di santità; è stata Salomé per Atom Egoyan e nella serie Big Love ha vestito i panni della figlia di un predicatore mormone e poligamo.
Queste esperienze, come lei stessa racconta, l’hanno spinta a una profonda riflessione su religione, santità ed estasi. “Sono sempre contenta delle scelte che faccio, ma quando le scelte mi costringono a lunghi lavori di ricerca e introspezione allora sento di essere davvero in stato di grazia. Le ricerche, anche molto personali, fatte per questi film mi hanno portata a capire me stessa, a essere più vicina alla terra e a Dio. Molto catartico. E mi hanno permesso di crescere. Se so chi sono è anche grazie a questi progetti che mi hanno sì posizionata nell’universo, ma mi hanno anche tenuta coi piedi per terra. Cercare di entrare nella vita di una donna come Ann Lee mi ha fatto sentire più artista, perché per riuscirci ho davvero dovuto fare cose pazze”.
Amanda Seyfried: “The Testament of Ann Lee rispecchia un problema attuale”
Il film in cui Seyfried interpreta Ann Lee non è un biopic tradizionale e si distingue per una forma narrativa originale. L’attrice racconta come la costruzione del linguaggio visivo e musicale abbia avuto un ruolo centrale nel processo creativo. “La forma ci ha aiutato a trovare la storia: gli Shaker pregavano attraverso canzoni estatiche e danze. Potevano essere posseduti dallo Spirito Santo e ricevevano in quella condizione il dono di una canzone o di un motivo musicale. Vivevano la vita in musica e in costante movimento. Nei racconti che si sono tramandati si parla di come il semplice tocco di un fedele producesse il movimento di un altro e come, da quel momento, i due ballassero insieme per ore. Oppure si racconta di Ann Lee che cantava con una voce così bella che tutti si sentivano toccati dalla Grazia”.
Amanda Seyfried: “Gli Shaker subirono più censura di quanto si vede”
Seyfried sottolinea anche come la storia degli Shaker e della loro leader spirituale sia segnata da episodi di violenza e censura. “Ne subirono molta più di quella che è rappresentata nel film. Vennero picchiati, torturati, i vestiti di Ann Lee strappati, non vennero accettati facilmente in nessun luogo. Ma non mollarono mai. Per questo era importante che Ann Lee trovasse uno spazio nella storia americana, perché figure come la sua sono state silenziate, cancellate.
È stata una delle prime femministe della storia del Paese, si è battuta per l’uguaglianza, per la creazione di un movimento in cui non ci fossero gerarchie di nessuna sorta, né di genere né di razza. Ed è riuscita solo con la forza della fede a creare una società che rispecchiasse quelle idee. L’ha fatto in un momento della storia americana in cui si cercava di creare qualcosa di nuovo, di dargli forma. Trovo che noi oggi ci troviamo in una fase simile: la tecnologia che si profila all’orizzonte porta con sé qualcosa che mi ricorda il vecchio West, la sua anarchia, il desiderio di esplorazione ma anche la stessa ingenuità dei pionieri. Possiamo anche concludere che quello di Ann Lee è stato un esperimento fallito, ma io credo che lei meriti ugualmente considerazione”.
Amanda Seyfried: “I potenti sono terrorizzati dalle donne leader”
Riflettendo sul tema della leadership femminile e sull’importanza di raccontare storie di donne che hanno cambiato la storia, Seyfried riconosce quanto il loro esempio resti vitale ancora oggi. “Certo, noi stiamo sulle spalle di quelle gigantesse. Ann Lee, Giovanna d’Arco, donne che sono state capaci di immaginare grandiose utopie. E poi è vero che le cose sono cambiate tanto, grazie a Dio, e siamo state capaci di trovare un terreno comune che ci aiuta a far sentire la nostra voce. Ci sono pochi individui che hanno ancora un grande potere nel nostro mondo, e sono chiaramente terrorizzati dalle donne. Questi individui, avendo potere, soldi e seguaci che a loro volta sono terrorizzati dalle donne, rappresentano il nostro maggiore problema. Non possiamo essere ostaggio di uno sparuto gruppo di uomini spaventati. Perciò dobbiamo continuare a creare comunità perché il potere viene da lì, dalla comunicazione.
Io non sono sempre d’accordo con le idee politiche della mia famiglia o dei miei amici, ma ne parliamo, e cerchiamo di farlo gentilmente. E credo che la maggior parte degli esseri umani non voglia il conflitto, ma voglia al contrario condividere ed essere compreso. Non dovremmo dimenticarci, in questi momenti spaventosi che stiamo vivendo, che c’è stata una donna analfabeta, povera e senza armi che fu capace di emigrare in America con solo otto seguaci e creare una comunità aperta a tutti. Non per ego, non per vantaggio personale, ma perché una società nuova potesse esistere e ci fosse spazio per la preghiera e per il lavoro di tutti”.
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