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Roma, arrivato Erdogan: città blindata per evitare proteste. Già 5 fermi

ANSA NEWS

Roma, arrivato Erdogan

Il presidente turco Erdogan è arrivato in Vaticano. Roma blindata per l’arrivo del ‘sultano’. Aree off limits, bonifiche a tappeto, reparti speciali in campo per garantire la sicurezza di Recep Tayyip Erdogan, il presidente turco temuto e corteggiato in ordine sparso da Oriente e Occidente. L’uomo che gioca in proprio molte delle partite chiave del Medio Oriente vedrà papa Francesco, Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni. E se con il pontefice la prospettiva sul mantenimento dello status di Gerusalemme è comune, i colloqui con il capo dello Stato e il premier serviranno a ribadire il fatto che “le relazioni bilaterali sono eccellenti” – come ha detto lo stesso Erdogan prima della partenza – ma difficilmente scalfiranno le sue certezze non negoziabili sulla necessità della ‘guerra’ ai curdi e sulle responsabilità dell’Unione europea in merito allo stallo dei negoziati di adesione di Ankara.

Una visita di sole 24 ore assieme alla moglie e ad alcuni ministri – Erdogan è atterrato ieri poco dopo le 19 a Fiumicino e ripartirà in serata -, ma la capitale è mobilitata come nei giorni del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma nel marzo scorso quando, però, i leader a Roma erano una trentina.

Per proteggere il presidente turco dal rischio di attentati e tenere lontane le proteste annunciate sono stati mobilitati 3.500 agenti. All’interno della ‘green zone’ che va da San Pietro a piazza del Popolo fino al Colosseo e al Circo Massimo non saranno tollerati assembramenti, mentre i percorsi del corteo presidenziale rimangono riservati e i giardini di Castel Sant’Angelo si preparano ad accogliere un sit-in della rete Kurdistan Italia.

Le proteste sono già cominciate.
Cinque cittadini curdi sono stati bloccati mentre tentavano di entrare in piazza San Pietro, all’Angelus, con bandiere curde. L’Associazione nazionale magistrati e la Federazione della stampa hanno inviato una lettera a Mattarella perché “venga posta attenzione alla questione dei diritti umani violati” in Turchia. 

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