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Strage di Ustica, la verità dopo 37 anni di un militare. Quella notte fu guerra

“Quella sera abbattuti due Mig libici” la testimonianza di un miliare della Us Navy sulla Strage di Ustica

Stasera su La7 nel programma di Andrea Purgatori, Atlantide, andrà in onda una testimonianza inedita sulla strage di Ustica.
A parlare sarà per la prima volta, dopo 37 anni, Brian Sandlin, ex militare della US Navy, che la sera dell’esplosione del volo diretto a Palermo, il 27 giugno 1980, si trovava nella plancia di comando della portaerei Saratoga, che staziona a poche miglia dal golfo di Napoli ed assiste al rientro da una missione speciale di due Phantom disarmati, scarichi. Aerei che sarebbero serviti ad abbattere altrettanti Mig libici in volo proprio lungo la traiettoria aerea del Dc-9, “Quella sera ci hanno detto che avevamo abbattuto due Mig libici”.
Una testimonianza che mentisce la versione ufficiale di Washington. Sandlin ha raccontato che sarebbe stato impossibile, come invece fu riferito dal Pentagono, che una portaerei di quella grandezza potesse spegnere i radar per non interferire con le televisioni italiane. E che il velivolo a quel punto si sarebbe potuto trovare sulla linea di fuoco di un combattimento tra americani e libici. “La Us Navy ci aveva detto che avevamo battuto due Mig libici. Era quella la ragione per la quale siamo salpati: mettere alla prova la Libia”. Si era nel bel mezzo di un’operazione Nato insieme agli inglesi e ai francesi.

La pista del Dc-9 vittima di un’iniziativa militare alleata nei confronti della Libia ha faticato a farsi strada. Ed è ancora alla ricerca di conferme. L’Italia di quegli anni sconta ambiguità, come riporta anche il Corriere della Sera. Le istituzioni — per evitare ritorsioni — collaboravano con Gheddafi fornendogli nomi e indirizzi degli oppositori al suo regime che si trovavano in Italia. Gli Usa invece, erano decisi a combatterlo come avverrà in futuro con altri colonnelli (tra cui Saddam Hussein): «Il capitano Flatley — prosegue Sandlin — ci informò che durante le nostre operazioni di volo due Mig libici ci erano venuti incontro in assetto aggressivo e avevamo dovuto abbatterli».

L’ex marinaio della Us Navy è pronto a smentire la versione di una bomba terroristica piazzata a bordo dell’aereo Itavia. E a supportare gli approfondimenti dei magistrati della Procura di Roma, Maria Monteleone ed Erminio Amelio, sull’aereo colpito per errore durante un’azione di forza degli alleati. A 57 anni compiuti Sandlin restituisce l’atmosfera che si respirò nei giorni successivi: «Ricordo che in plancia c’era un silenzio assoluto. Non era consentito parlare, non potevamo neppure berci una tazza di caffè o fumare. Gli ufficiali si comportavano in modo professionale ma parlavano poco fra loro». La sensazione diffusa è quella di aver commesso qualcosa di enorme. Possibile che fosse proprio l’abbattimento di un aereo civile? Sandlin non ipotizza ma offre nuovi dettagli.

 

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