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TABELLA – Call center, fissata la retribuzione minima per le gare d’appalto

Call center, la tabella delke retribuzioni minime per le gare d’appalto

Non è la svolta decisiva per chi fatica nei call center, ma è una vittoria che inizia a mettere fine al far west che ha caratterizzato il settore per anni. E che sembra continuare. Secondo quanto riferisce ‘La Repubblica’ il 29 dicembre il ministero del Lavoro ha firmato il decreto che dà finalmente ai lavoratori dei call center in outsourcing una tabella con i minimi retributivi, stabilendo inoltre che nelle gare della Pubblica amministrazione il costo del lavoro venga scorporato dal valore totale.

Ottima notizia perché nelle gare il costo della manodopera, cioé quello di chi risponde al telefono, costituisce la voce più importante, arrivando a pesare fino all’80%. Un decreto che dovrebbe segnare la fine delle gare al massimo ribasso dove i costi venivano spesso scaricati sulle spalle dei lavoratori per accaparrarsi l’appalto. Un decreto che in un modo o nell’altro interesserà comunque i 30mila lavoratori delle società di call center che partecipano agli appalti pubblici.

Un successo rivendicato dai rappresentanti sindacali delle telecomunicazioni di Cgil, Cisl e Uil. Il costo del lavoro verrà dunque stabilito attraverso un accordo che passerà da una contrattazione sindacale e non sarà più una variabile indipendente decisa dall’impresa che si aggiudica l’appalto. Un risultato arrivato dopo un lungo confronto in sede ministeriale tra Asstel, organizzazione che raggruppa le società di call center, sindacati e ministero. La tebella misura il costo del lavoro medio al minuto di effettiva prestazione per livello di inquadramento.

Ecco che un minuto di lavoro per un occupato di terzo livello, la figura cardine nei capitolati d’appalto, non potrà scendere sotto gli 0,4282 centesimi medi. Una cifra che vale per tutte le gare pubbliche, cioè di enti statali o legati allo Stato, come previsto dal Codice dei contratti pubblici e dall’articolo 24-bis del decreto-legge n.83 del 2012. Ma il decreto, almeno è questo che si augurano i sindacati, dovrebbe essere preso come punto di riferimento anche nelle gare d’appalto del settore privato. (CLICCA QUI per la tabella)

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