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Colombia, nei supermercati il tesoro segreto delle Farc: maxi sequestro di beni a 4 prestanome

Colombia, scoperto il tesoro segreto delle Farc

In 10 anni avevano accumulato una fortuna milionaria ed erano considerati ottimi commercianti. Nella loro catena di supermercati, tra i più famosiin Colombia, offrivano prodotti a prezzi stracciati. La soffiata di qualche ex guerrigliero e le entrate non del tutto giustificate hanno portato ad una scoperta che nessuno immaginava.

Norberto, Uriel, Edna e Luis Alirio Mora Urrea, sono i quattro fratelli accusati di essere stati per anni i prestanome delle Farc. La storica guerriglia, ora in disarmo, li usava per riciclare i proventi del traffico di droga, delle estorsioni e dei sequestri. Un tesoro di 230 milioni di dollari che la magistratura, assieme all’esercito, è riuscita a confiscare. Con un blitz che ha sorpreso la maggioranza dei colombiani, sono stati sequestrati cinque società, 60 supermercati, 70 conti correnti, sette fattorie, cinque centri agricoli, 29 lotti urbani, 15 appartamenti, tre alberghi, sette locali commerciali e 27 automobili.

Secondo quanto riferisce ‘La Repubblica’, l’operazione ha coinvolto 23 municipi del Paese. Secondo i magistrati, che hanno arrestato 3 dei 4 fratelli per riciclaggio e arricchimento illecito, la collaborazione con le Farc andava avanti da almeno dieci anni. La catena di supermercati Supercundi, Merkandra e Mercafusa era appartenuta ad un imprenditore sequestrato poi dalla guerriglia.

Fu dopo questo episodio che la famiglia Mora Urrea apparve come nuova proprietaria di un impero che si estendeva in gran parte del paese. La madre dei fratelli, Maria Ana, sempre secondo gli inquirenti, “era amica intima” di Jorge Briceño, il Mono Jojoy, forse il più spietato capo del Fronte Orientale della guerriglia, ucciso in un bombardamento dell’esercito nel 2010.

Tramite lei e due dei suoi figli, le Farc riciclavano i soldi che provenivano dal traffico di stupefacenti e dai sequestri. Grazie al flusso di clienti delle strutture commerciali erano in grado di segnalare i potenziali ostaggi. Una pratica che è durata fino a un paio di anni fa. Poi l’impennata dei guadagni e le segnalazioni di qualche ex militante hanno fatto scoprire il bottino segreto delle Farc.

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