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Finestra sulla scuola – Cari bambini, lettera d’addio di una maestra di quinta elementare

Lettera d’addio di una maestra di quinta elementare:

Cari Bambini,

alla fine questo momento è arrivato. Per mesi vi ho preso in giro, facendo il conto alla rovescia dei giorni che mancavano. Del resto il tempo è inesorabile: passa anche quando vorresti fermarlo. Questi anni sono volati via in un soffio, troppo in fretta e contro la mia volontà. Così ho deciso di riempirli di parole, di immagini, di musica, di storie, di racconti, di libri, di ricordi. Ci sono stati abbracci infiniti, letterine, baci, coccole, sorrisi e tante risate, ferme in migliaia di scatti fotografici.

Ci sono stati momenti più seri o meritevoli di attenzione maggiore, qualche richiamo, ma del resto questo è anche il mio compito. Essere una maestra non è facile ed ora che siete cresciuti, forse vi è più semplice comprenderlo. Fare del mio meglio per voi è stato sempre il primo pensiero, ogni giorno, anche quando trovare la forza di venire a scuola mi è sembrato impossibile.

Voi, miei amati bambini, siete stati, per me, come un faro che illumina il porto durante le notti di burrasca. E quando un giorno di tre anni fa ho trovato un foglio su cui c’era scritto: “Lo so che sei triste, però ora basta. Sorridi” ho capito. Per una volta ho tolto i panni della maestra e sono diventata piccola, come lo eravate voi, diventati immensi ai miei occhi, con gli sguardi puntati sul mio viso, in cerca di un mio sorriso rassicurante.

I quaderni raccontano tutto quello che abbiamo realizzato in classe, ma l’amore, quello non si può descrivere né disegnare, né esprimere con le parole. Perché l’amore si può solo trasmettere agli altri e questo è l’unico modo per comprenderne il significato. Credevo di essere pronta a lasciarvi andare per la vostra strada, come è giusto che sia. Credevo di essere abituata ai saluti, non è la prima volta che concludo un intero ciclo. Mi sono chiesta tante volte il motivo per cui questo momento, sia più difficile.

Poi una sera, guardando le foto, mi è stato chiaro: voi siete stati miei. Davvero miei. Siete stati il mio mondo, infiniti come il bene che mi dimostrate e come il nostro armadietto da cui esce sempre qualcosa di utile. Siete stati la mia casa, un luogo sicuro, e lo avete reso magico. Voi la mia fonte d’ispirazione quotidiana, vi ho parlato di date, di fatti storici, di idee e ideali. Di persone che sono modelli di vita, di regole da rispettare, di comportamenti da evitare a tutti i costi.

Vi ho guidato in questi incredibili cinque anni, cercando di valorizzare le doti di ciascuno e spero di esserci riuscita. Ricordate che potrete fare ciò che vorrete e diventare ciò che volete essere, se crederete nelle vostre capacità e nei sogni. Siate sempre capaci di camminare a testa alta, senza mai scegliere la strada più facile. Sappiate che le grandi imprese hanno bisogno di tempo, di studio, di attese.

Alle mie bambine vorrei dire di non aver fretta di crescere perché ci sarà tempo per diventare grandi. Pretendete il rispetto sempre e da chiunque. Che la maestra Arianna, preziosa per me, sia il vostro punto di riferimento: semplice, forte, elegante, discreta, affettuosa. Ai bambini dico di fare attenzione alle amicizie sbagliate, di non aver paura di dire NO, per timore di sembrare “deboli” o poco coraggiosi e di rispettare le ragazze.

Coltivate l’amicizia, siate curiosi e generosi, non lasciatevi influenzare dagli altri, ragionate con la vostra testa, difendete il vostro punto di vista, ma siate pronti a fare un passo indietro se necessario. Quanto abbiamo parlato in questi anni? Tanto, eppure mi sembra di aver tralasciato mille argomenti. Quando vi troverete davanti ad un bivio e vi toccherà scegliere da quale parte stare, è lì che io vi aspetterò. Resterò nascosta nei cassetti della memoria, ma sarò pronta a venire in vostro aiuto sempre. SEMPRE.

Vorrei che questa lettera non finisse mai, perché chiuderla metterà davvero la parole FINE al nostro cammino nella scuola primaria. Rendetemi fiera di voi in ogni occasione anche in futuro. Siate sempre riconosciuti come i bambini della “G come Girasoli”, la classe che grazie all’impegno e alla dedizione ha avuto premi e riconoscimenti dovunque. Volate in alto, siate diversi dalla massa. Essere unici non vuol dire essere soli.

Parlate per far sentire la vostra voce e urlate se non vi ascoltano, chiedete attenzioni o carezze, non aspettate che gli altri interpretino i vostri pensieri. Lo sapete…vi conosco come le mie tasche. L’avrò ripetuto decine di volte ed è vero. Conosco le pieghe dei vostri sorrisi, le fossette sulle guance, gli sguardi furbi, le scuse alle quali ho finto di credere, i visi seri quando pensate di aver commesso errori o siete in attesa del giudizio. Ho imparato a conoscermi meglio, ascoltandovi. Forse anche per questo motivo il legame è diventato così forte, tanto che salutarvi somiglia tanto ad una strappo doloroso.

Sono io la maestra, tocca a me rendere questo passaggio leggero e naturale. E non sono pronta. Aggiungo solo due cose: la prima è un ringraziamento speciale alla maestra Arianna, senza la quale questo meraviglioso gruppo non sarebbe stato così unito e alle famiglie per essere state al mio fianco, perché io non ho mai desiderato altro che il meglio per i vostri bambini. Non è un addio, ma solo un arrivederci anche se con il cuore a pezzi.

Essere una maestra di quinta è davvero difficile, oggi più che mai. Vi amerò per sempre.

La maestra Silvia

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Silvia Selo

Laureata in lingue e letterature straniere. Docente di scuola primaria, in ruolo dal 1994 e con titolarità dal 1995 presso l'I.C. 58 Kennedy Scampia, Napoli.

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