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Economia

Pace fiscale, quota 100, reddito di cittadinanza e stop pensioni d’oro: i dettagli sui temi della manovra

I dettagli sui temi della manovra:

Tasse arretrate a rate – Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di vittoria in primo grado). Allo stesso tempo, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 20 rate in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.

Il reddito e la pensione di cittadinanza – Il reddito e la pensione di cittadinanza, il cui costo si aggira attorno ai 10 miliardi (9 per l’erogazione dell’assegno e uno per il rafforzamento dei centri per l’impiego) partirà nei primi tre mesi del 2019. L’assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro, ma con una specifica “geografica”, con l’obiettivo di non penalizzare cioè chi non accetterà come prima offerta un’occupazione al di fuori della propria città o Regione.

Dal taglio alle pensioni d’oro, un miliardo in tre anni – Tra le coperture della legge di bilancio ci sarà anche il taglio alle pensioni d’oro sopra i 4.500 euro da cui il governo conta di recuperare un miliardo in tre anni. Un altro miliardo e trecento milioni verrà recuperato in un triennio dai fondi per l’immigrazione: oltre 500 milioni subito, a partire dal 2019.

Da febbraio via a quota 100 – Via da febbraio, senza limiti e penalizzazioni, a quota 100 per andare in pensione, con la formula di aver raggiunto almeno 62 anni e 38 di contributi. Il costo dell’operazione è stato calcolato in 7 miliardi di euro. Non ci sarà nessun aumento di tasse, promettono da Chigi, se non per banche e assicurazioni, e invece arrivano cento milioni per le politiche della famiglia e più fondi per la Sanità.

Flat Tax per gli autonomi – Il forfait esiste già ed è al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30mila euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50mila euro. L’obiettivo è estendere la platea ad autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65mila euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si pagherà un 5% addizionale. Le start up e le attività avviate dagli under35 godranno di un supersconto al 5%. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regime.

Sgravi Ires, su utili reinvestiti taglio al 15% – L’aliquota al 24% scenderà di 9 punti sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in assunzioni stabili. Il costo è di 1,5 miliardi di euro. Dovrebbero essere anche confermati gli ammortamenti di Industria 4.0.

7 miliardi di tagli, anche da immigrazione – Per legge i ministeri devono operare tagli per un miliardo l’anno. Lo sforzo richiesto potrebbe essere però superiore, pari a 3-4 miliardi. Promesso un taglio di 1,3 miliardi in 3 anni sull’immigrazione, di cui 500 milioni nel 2019, derivanti, secondo Matteo Salvini, da minori sbarchi e dal taglio “dei famosi 35 euro al giorno”.

Da investimenti spinta al Pil – Il capitolo investimenti è quello più gradito al ministro dell’Economia, Giovanni Tria. E’ previsto che valga lo 0,2 del Pil, pari a 3,5 miliardi. Oltre alle risorse finanziarie si punta a sbloccare gli investimenti a livello locale con uno sblocco dei bilanci dei Comuni (anche quelli in perdita) e con una revisione della soglia per gli appalti senza gara.

Il dl “Taglia scartoffie” – Nel corso del Consiglio dei ministri arriva anche il via libera al decreto “Taglia scartoffie” che prevede oltre 100 adempimenti in meno per le imprese, e misure per una Rca auto “equa”. Stop anche al duplice incarico governatore regionale e commissario alla Sanità: “Non ci sarà mai più un caso De Luca”, commentano dal M5s. Inoltre, chi ha crediti non vedrà pignorata la casa. E arrivano misure contro i medici furbetti che aumentano la lista di attesa per l’intramoenia ospedaliera.

 

Fonte: TgCom24

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