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Arresto Platini, spuntano regali e favori dagli sceicchi: il figlio assunto in azienda, orecchini alla moglie e non solo

Arresto Platini, spuntano regali e favori dagli sceicchi: il figlio assunto in azienda, orecchini alla moglie e non solo

Arresto Platini, spuntano regali e favori dagli sceicchi: il figlio assunto in azienda, orecchini alla moglie e non solo. Siamo stati tra i primi in Italia ieri, martedì 18 maggio, a dare la notizia dell’ arresto di Michel Platini. L’ ex calciatore della Juventus è stato prelevato da casa sua dalla polizia e poi interrogato per molte ore, fino ad essere rilasciato a notte fonda.

Arresto Platini, spuntano regali e favori dagli sceicchi: il figlio assunto in azienda, orecchini alla moglie e non solo. Non si conoscono ancora i particolari dell’ interrogatorio, ma dalle carte delle indagini emergono i primi retroscena che fanno da contorno alle gravissime accuse nei confronti dell’ ex numero uno dell’ Uefa. A ricostruire tutto è l’ edizione odierna de ‘La Repubblica”.

La lunga notte della Fifa non è ancora passata. Quel grande suk che fu la riunione a Zurigo del 2 dicembre 2010 continua a parlare. E, a nove anni di distanza, ad agitare i suoi fantasmi. Fantasmi che, ieri, hanno seguito le Roi Michel Platini fino alla soglia della camera di custodia di Nanterre, dove ad attenderlo c’ erano i poliziotti dell’ Office Anticorruption convinti di avere finalmente in mano le prove dello “schema corruttivo” che – secondo l’ inchiesta aperta nel 2016 – ha determinato la storia recente del calcio mondiale.

La scelta geopolitica
Platini, di quello schema, è l’ uomo chiave. Nella riunione decisiva, il suo voto spostò gli equilibri e permise al calcio di consegnare se stesso e il proprio potere al Qatar, preferendo, per la prima volta nella storia, russi ed emiri ai manager in giacca e cravatta del versante anglosassone del mondo (Inghilterra e Stati Uniti).

Fu un colpo di mano, quello di Platini e della Francia, che in pochi secondi spazzò via il tacito accordo di spartizione verso cui sembrava indirizzata la Fifa: alla Russia la coppa del mondo 2018, agli Stati Uniti quella del 2022. Le cose andarono diversamente. Gli Usa – che sull’ evento del 2022 volevano investire pesantemente – restarono a bocca asciutta e gli emiri tornarono a Doha forti di una vittoria che di lì a poco avrebbe spostato parecchi equilibri. Troppi.

Il ruolo di Platini
Pochi giorni dopo, fu lo stesso Platini a dichiarare di aver votato per il Qatar. Attirando su di sé l’ ira della parte “occidentalista” della Fifa, nonché le attenzioni di Fbi e media anglosassoni. I giornali francesi dissero che le Roi aveva subito pressioni da parte di Nicolas Sarkozy.

Si scoprì che il 23 novembre del 2010, una decina di giorni prima dell’ assegnazione, Sarkozy organizzò un pranzo riservato all’ Eliseo con Tamin bin Hamad al-Thani, allora principe ereditario. Nel corso dell’ incontro si discusse di molti temi, ma su tutti dell’ acquisto da parte del fondo sovrano di Doha del Psg, e della creazione dell’ emittente beIN Sports per fare concorrenza a Canal+ nel mondo dei diritti tv. Due interventi in grado di rilanciare l’ intero settore, per la Francia.

L’ accordo segreto con Al Jazeera
Ma a motivare la giravolta di Platini c’ era anche dell’ altro, e di personale. Le indagini dell’ Fbi – che di lì al 2015 portarono allo “scandalo Fifa” e alle dimissioni di Blatter – individuarono un bonifico sospetto da 2 milioni di franchi svizzeri ricevuto nel febbraio del 2011.

Secondo Platini, era il pagamento di una consulenza svolta per Blatter tra il 1998 e il 2002. Ma di quei soldi non si è mai trovata traccia nei bilanci. Un primo processo per quei fatti si è concluso con un’ assoluzione, in Svizzera. Ma adesso l’ anticorruzione francese ha trovato nuovi elementi, in particolare su un contratto segreto tra la Fifa e Al Jazeera (emittente di Doha).

Quel contratto assegnava ad Al Jazeera i diritti televisivi delle future coppe del mondo in cambio di 300 milioni di dollari, più uno strano bonus da 100 milioni in caso di assegnazione del mondiale al Qatar. Bonus che è stato pagato due mesi dopo l’ assegnazione, negli stessi giorni del bonifico a Platini.

Il figlio di le Roi
A rendere ancor più sospetti i rapporti tra Platini e il Qatar, c’ è anche un’ altra storia. Pochi mesi dopo il pranzo all’ Eliseo, suo figlio Laurent venne assunto presso la Qatar Sports Investments, anche se Michel dichiarò che la circostanza non aveva nulla a che vedere con il suo voto. A trarre vantaggi inaspettati dalla relazione dell’ ex campione francese con gli emiri non fu solo il giovane Laurent, ma anche due suoi “grandissimi amici”.

Agli atti dell’ inchiesta ci sono due mail del comitato promotore dei mondiali in Qatar in cui si dispone di mandare due “inviti sicuri” per il Forum annuale sulla Finanza e gli Investimenti di Parigi, a Louis Nicollin, «un industriale e presidente di club» che aveva prestato il suo aereo a Platini durante la campagna presidenziale del 2007, e a Gael Levergies, un ristoratore di Parigi con cui le Roi «è andato tre volte in vacanza».

Il braccialetto giapponese
Del resto, nella notte del grande suk del 2 dicembre, si era caduti anche più in basso. Nelle carte dell’ Fbi c’ è l’ elenco dei cadeaux fatti a Platini dai promotori giapponesi. Uno “yakusugi ball”, un braccialetto in cedro giapponese (1.200 dollari), una macchina fotografica digitale (1.200 dollari) e un paio di orecchini da 700 dollari per la signora Platini. I russi, invece ci erano andati più pesanti, inviando all’ ex presidente dell’ Uefa un Picasso (che lui nega di aver mai ricevuto).

Euro 2016
Ma non è tutto. Perché stando alle dichiarazioni dell’ avvocato di Platini, William Bourdon, gli investigatori francesi dopo tre anni di indagini hanno superato le ipotesi di accusa deducibili dal lavoro dell’ Fbi e si sono convinti che “il grande schema corruttivo” abbia abbracciato anche Euro 2016. «Il mio cliente – si è limitato a dire l’ avvocato sul punto – ha risposto con serietà e precisione a tutte le domande»”.

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