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Attentato 11 settembre, jihadista pentito fa tremare gli Usa: “Testimonianza su attacco a torri gemelle”

Attentato 11 settembre, jihadista pentito fa tremare gli Usa

Attentato 11 settembre, jihadista pentito fa tremare gli Usa. Stiamo parlando di Khalid Sheikh Mohammed, ex esponente di spicco di Al Qaeda, che è pronto a rinnegare i principi del martirio cari all’ ortodossia terroristica del gruppo accusato di essere autore di quell’ ignobile attacco.

Mohammed, da quasi 13 anni recluso nel carcere militare di Guantanamo, si propone come superteste nel maxi-processo intentato da aziende e familiari delle vittime per il presunto coinvolgimento dell’ Arabia Saudita. In cambio la mente dell’ attentato in cui morirono quasi 3 mila persone, vuole che non gli sia comminata la pena di morte. A riportare la notizia è ‘La Stampa’.

L’ offerta del terrorista, Secondo il quotidiano piemontese,è stata depositata presso il Tribunale distrettuale degli Stati Uniti a Manhattan da avvocati di parte civile. La richiesta dell’ ex esponente di Al Qaeda potrebbe creare problemi nel caso la sua testimonianza confermasse un ruolo di ambienti del governo sauditi nell’ attentato.

L’ ex funzionario della Cia, Glenn Carle, stando a quanto si apprende, conferma che in ogni caso l’ esponente della cupola che faceva capo a Osama bin Laden, «conosce molto della struttura di Al Qaeda, delle singole decisioni prese, di come sono andate le cose. Molto di ciò era il suo pensiero». Anche se Riad ha negato a lungo il coinvolgimento negli attacchi del 2001.

Cose che per ora Khalid Sheikh Mohammed non ha detto nei 183 interrogatori col metodo del waterboarding (annegamento simulato) a cui è stato sottoposto dopo la sua cattura in Pakistan avvenuta nel 2003, e la sua detenzione nelle prigioni segrete tra Polonia e Romania.

Attentato 11 settembre, jihadista pentito fa tremare gli Usa. Le sue rivelazioni potrebbero essere di grande peso, comunque. Tanto da creare imbarazzo a Donald Trump molto vicino al leader dell’ Arabia Saudita, il quale potrebbe anche impedire il patteggiamento.

Inoltre, l’ ex procuratore Bruce Fein spiega che la causa avrebbe importanti implicazioni finanziarie per Riad: «In caso di vittoria del querelanti la cifra esigibile sarebbe di centinaia di miliardi di dollari, tra risarcimenti e danni punitivi, tanti da spingere l’ Arabia Saudita sull’ orlo della bancarotta».

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