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Xylella, Italia condannata dalla corte di Giustizia Ue: il motivo

Xylella, Italia condannata dalla corte di Giustizia Ue per ritardi ed inadempimenti. Insomma, non ha fatto quanto doveva nella lotta al batterio

Xylella, Italia condannata dalla corte di Giustizia Ue per non aver applicato le misure obbligatorie per impedire il diffondersi del batterio vegetale da quarantena xylella fastidiosa.

Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue, sulla ‘malattia’ responsabile del disseccamento rapido degli ulivi in Puglia. La corte di Giustizia ha accolto il ricorso della Commissione Ue contro ritardi e mancanze nelle ispezioni e nell’ abbattimento delle piante infette da parte delle autorità nazionali.

Come riporta l’ edizione online del quotidiano ‘La Repubblica’, si tratta di una condanna per primo inadempimento, che prevede solo il pagamento delle spese processuali. La sentenza conclude la prima fase di una procedura di infrazione che risale al 2015. Le misure di eradicazione Ue prevedono azioni di diversa intensità secondo aree delimitate. In particolare, una zona infetta, delimitata a nord da una fascia di 20 km, a sua volta confinante con una zona cuscinetto dove la lotta al batterio prevede l’ abbattimento anche delle piante sane nel raggio di 100 metri.

La Corte di giustizia aveva già dichiarato nel 2016 la validità, sotto il profilo del diritto dell’ Unione, di tali misure di eradicazione. La Corte constata, in primo luogo, che l’ Italia non ha proceduto immediatamente alla rimozione di almeno tutte le piante infette nella fascia di 20 chilometri confinante con la zona cuscinetto. In secondo luogo, la Corte constata che l’ Italia non ha garantito, mediante ispezioni annuali effettuate al momento opportuno durante l’ anno, nella zona di contenimento, il monitoraggio della presenza della xylella.

Il batterio xylella fastidiosa è noto agli esperti per i danni da centinaia di milioni che provoca ogni anno nei vigneti della California e negli agrumeti del Sud America. Un agente patogeno da quarantena che può colonizzare oltre 500 specie di piante diverse. E’ stata segnalata la prima volta in Europa nel 2013 in Puglia, dove è l’agente principale della sindrome del disseccamento rapido dell’olivo. Da allora, nuovi focolai di diverse sottospecie del batterio sono stati scoperti in Francia (Corsica e Costa Azzurra), Portogallo (Porto), Spagna (Baleari, Valencia e Madrid) e Toscana (Monte Argentario).

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