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Milly Carlucci e Il cantante Mascherato: “Mi divertono le sfide. Diffida Mediaset? Faccio chiarezza. E su Ballando…”

Milly Carlucci e Il cantante Mascherato, la conduttrice spiega il suo nuovo programma, e non solo, in una intervista ai microfoni de ‘Il Giornale”

Milly Carlucci e Il cantante Mascherato: “Mi divertono le sfide. Diffida Mediaset? Faccio chiarezza. E su Ballando…”. La conduttrice spiega il suo nuovo programma, e non solo, in una intervista ai microfoni de ‘Il Giornale”.

Una bella sfida, Il cantante Mascherato.
«È un format internazionale, esploso quest’anno in tutto il mondo. I protagonisti sono personaggi molto famosi che si esibiscono, appunto, mascherati. Conduttori, cantanti, attori, sportivi, la cui voce è molta nota al pubblico, ma la gente dovrà riconoscerli solo sentendoli cantare. In studio, o nelle varie interviste registrate, la voce sarà sempre distorta. Solo sette addetti ai lavori conoscono la loro identità».

Cosa l’ha convinta a portarlo in Italia?
«Mi divertono le sfide spettacolari, la maschera immensa, la grandiosità dello show, il gioco dell’identità. Tutto sopra le righe, ma molto glamour».

Lo studio come sarà?
«Come quello americano. Moderno, tecnologico, tutto quanto a led, è uno show spettacolare. Ad ogni esibizione ci si immergerà nel mondo surreale di ciascuna maschera. E ci sarà un cast di giudici, per ora i nomi certi sono quelli di Flavio Insinna, Patty Pravo e Ilenia Pastorelli (e in queste ultime ore si è aggiunto Guillermo Mariotto)».

È uno show di grande successo all’estero. Difficile sperimentare di più, in Rai?
«È una sperimentazione anche questa, a suo modo. Nulla assicura naturalmente che il successo si ripeta anche in Italia, anche se noi pensiamo che abbia tutte le carte in regola per farcela. Inutile negare che Raiuno, per questioni di Dna, punti a grandi numeri. Ha ancora nella sua matrice i grandi spettacoli degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, quando c’era tanto denaro a disposizione. I tempi sono cambiati, certo, ma la gente se li ricorda ancora quegli spettacoli».

A Ballando ci pensa?
«Un passo alla volta. Ma vi assicuro che mi sforzerò di dare al pubblico qualcosa di non ancora visto. Qualche personaggio con una storia di forte impatto sociale».

A proposito di Ballando, ha fatto molto discutere la sua presunta diffida a Amici Celebrities. Vuole aggiungere qualcosa?
«Faccio chiarezza. Il legale degli autori di Ballando con le Stelle aveva scritto in maniera riservata ai legali di Mediaset per un motivo preciso. Quando c’è stata la causa, anni fa, tra Ballando e un programma Mediaset (Baila, ndr), dopo due gradi di giudizio che avevano dato ragione a Ballando, Mediaset propose una transazione».

Quale?
«Propose di rinunciare al pagamento di un risarcimento di 7 milioni di euro (a vantaggio della Rai), in cambio della firma di un contratto dove assicurava che non avrebbe più usato elementi caratterizzanti di Ballando. Tra questi elementi, va da sé, c’è il fatto che un vip, che magari non sappia ballare, si esibisca con un professionista della danza. Noi all’epoca abbiamo accettato l’accordo. Ma il nostro non era un attacco diretto a Maria De Filippi».

Lei è molto battagliera, perfezionista, sul lavoro e nella vita. C’è qualcuno che la sostiene in modo particolare?
«Lavoro molto. Dalla mia parte ho la famiglia, i miei figli. Generosi, ma critici quando serve e oggettivi nei giudizi. È il loro modo per starmi accanto».

Si parla tanto (e male) della nostra tv. Lei sa guardarsi intorno, che idea si è fatta della nostra?
«La nostra tv è molto ricca, c’è grande offerta. Di sicuro il nostro pubblico si infiamma facilmente e altrettanto velocemente si disinnamora. In America programmi che hanno decine di edizioni diventano un cult, fenomeni di culto. Noi invece abbiamo la tendenza a creare idoli facilmente, per poi distruggerli».

La tv bon ton, di cui è portavoce e rappresentante, avrà lunga vita?
«È Raiuno, i miei colleghi hanno tutti uno stile educato, non alzano la voce, non aggrediscono gli ospiti. Il mio modo di fare televisione è quello tipico di una rete che rispecchia anche un modo di essere. Credo avrà lunga vita, visti gli ascolti. Ci sarà sempre gente che avrà voglia di toni più moderati».

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