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Spettacolo

Achille Lauro: “Al Capone? Non farò la stessa fine ma resteremo tutti fregati…”

Achille Lauro e Al Capone nel suo ultimo lavoro discografico: l’intervista a ‘Il Corriere della Sera’

Achille Lauro: “Al Capone? Non farò la stessa fine ma resteremo tutti fregati…”. Il cantante rivela alcuni retroscena del suo ultimo lavoro discografico dal titolo «1920» a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Dopo «1969» e «1990», ecco «1920»: tre canzoni inedite, tre cover e due riletture di suoi brani. Come ha ricostruito quel passato che non ha vissuto?
«Ne ho sentito parlare dall’unica nonna rimasta, quella paterna. A parte questi racconti ne ho una visione italoamericana formatasi con film come Gli intoccabili. A livello di immaginario sono andato verso l’elegante pur mantenendo una punta controversa che è parte della mia estetica».

Eleganza da Gatsby: preferisce DiCaprio o Redford?
«Stimo DiCaprio per tutta la carriera, da Buon compleanno mr. Grape e La stanza di Marvin ai cult come Inception e Shutter Island. Mi piace anche per come usa i social: in un mondo che vuole apparire lui dà spazio a cause sociali».

[…] Il suo lockdown?
«Sono ossessionato dal creare: vivo da due anni fra studi e cantine, non dormo fino alle 7 del mattino e un giorno mi dirò che avrei dovuto vivere di più. Però con la scrittura mi sono autoanalizzato e curato. Prima che scattasse il lockdown ero in session e per non interromperla ho subito preso un airbnb in cui sono stato tutti i giorni con un amico a comporre».

Anche lei aveva un tour, rinviato per Covid…
«Adesso che le date sono state rinviate sogno un concerto solo allo stadio Olimpico. Vorrei poter dire: non ho mai suonato nei palasport».

Achille Lauro: “Al Capone? Non farò la stessa fine ma resteremo tutti fregati…”

Nella versione «Black Swing» di «Bvlgari» c’è «Tutti quanti voglion fare il jazz»: fan degli Aristogatti?
«Lo abbiamo visto tutti quel film, ma io ero fissato con Il re leone: piangevo ogni volta che lo guardavo».

In «Jingle Bell Rock» duetta ancora con Annalisa.
«Solo con lei potevo fare una cosa che 10 anni fa non avrei mai fatto. Quando a Sanremo abbiamo portato “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini, anche chi non aveva capito la svestizione e il riferimento al Giotto, si è reso conto che facevo sul serio».

[…] Lei viene dal rap, scena iper machista e poco rispettoso delle diversità…
«Il rap scimmiotta un atteggiamento che è molto vivo nelle periferie. Le amo perché sono pregne di arte, quelle facce della gente per dirla alla Pasolini, ma ci sono ancora nuclei di scarsa istruzione e cultura dove la discriminazione prolifera».

Le donne nella musica scarseggiano: poche settimana fa nemmeno una nei primi 30 album. Da direttore artistico di Elektra, etichetta della Warner, che progetti ha?
«Sto cercando nel sottobosco underground e sto lavorando con due ragazze interessanti: Naheze ed Elenoir».

Al Capone, boss della Chicago Anni 20 venne fregato dall’evasione fiscale. Cosa fregherà Achille Lauro?
«Non farò la stessa fine. sono uno preciso. Anche se, alla fine, tutti finiremo fregati».

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