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Cronaca

Funivia Stresa-Mottarone, rabbia dei parenti delle vittime: “Li avete ammazzati, nessun perdono”

Funivia Stresa-Mottarone, rabbia dei parenti delle vittime: “Li avete ammazzati, nessun perdono”. Dopo il dolore e l’amarezza per aver perso i propri cari, tra i parenti delle vittime della funivia Stresa-Mottarone cresce la rabbia.

Intanto emergono le responsabilità dell’incidente e i familiari chiedono giustizia per i tre fermati accusati di strage. “Me li avete ammazzati: non ci sarà nessun perdono”, scrive su Instagram Angelica Zorloni, figlia di Vittorio, morto con la compagna Elisabetta e il figlio Mattia di 5 anni.

Anche Corrado Guzzetti, zio di Mattia e Angelica, esprime tutto il suo orrore per quanto accaduto: “Fa schifo pensare che siano morti per i soldi, sempre i soldi stanno dietro a tutto”. E attacca anche la politica: “Ci hanno detto che si sarebbero fatti i funerali di Stato e che avrebbero pensato a tutto loro, poi si sono rimangiati tutto negandosi al telefono. Sono amareggiato per me e per i miei nipoti e voglio smascherare a nome di tutte le vittime queste promesse da marinaio fatte dalla politica”. 

Parole al vetriolo anche di Gali Peleg, zia di Eitan, che nella tragedia ha perso la sorella Tal, il cognato Amit e il nipote Tom che ai microfoni de ‘La Stampa’, dice: “Non è stato un incidente, non è stata una fatalità. E’ stata una tragedia voluta. E’ stato un omicidio. Quelli sono assassini”. E racconta di Eitan che è nato in Israele, di sua sorella che ha voluto trasferirsi in Italia perché Amit voleva studiare Medicina a Pavia dove lavorava e dell’ultima telefonata in cui hanno parlato proprio di quella gita che volevano fare a Stresa.

Funivia Stresa-Mottarone: la rabbia dei parenti delle vittime

A Diamante (Cosenza), il paese di Serena Cosentino (morta con il compagno Mohammedreza Shahaisavandi), lo zio della 27enne Pasquale Bianco commenta, scrive il “Corriere della Sera”: “Siamo costernati nel sapere che tutto poteva essere evitato e che il dolore di tante famiglie è dipeso dalla superficialità umana”. E il sindaco Ernesto Magorno: “Emerge un quadro di responsabilità diffuse e di colpevoli omissioni, che ora dovranon essere vagliate dalla magistratura nei successivi e doverosi riscontri investigativi e di giudizio. Sono convinto che mai come in questa tragedia densa di dolore e ingiuste privazioni, di vittime innocenti e di vite spezzate la ricerca della giustizia debba essere celere ed efficace”. 

Don Gianluca Villa, parroco di Stresa, chiede giustizia: “Chiediamo il calore della consolazione affinché sia fatta chiarezza e giustizia su questa tragedia immane. Ho il cuore spezzato per la sofferenza che vedo nei familiari delle vittime in questo momento”, dice nell’omelia. Sull’altare della chiesa, 14 fiammelle in memoria delle 14 vittime della tragedia.

Le Comunità ebraiche italiane chiede una pena esemplare attraverso le parole del vicepresidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Giulio Disegni che, uscendo dall’ospedale infantile Regina Margherita di Torino dove è ricoverato Eitan, dice: “Il risultato dell’inchiesta è sorprendente e sconvolgente. Davanti a 14 vite spezzate le scuse, e forse neanche il carcere, non bastano. Ci vuole una pena esemplare, anche se non spetta a me decidere ma ai magistrati”. 

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