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Magalli: “Don Matteo? Rifiutai di farlo per due motivi. Non sono pentito. E sul vescovo…”

Magalli: “Don Matteo? Rifiutai di farlo per due motivi. Non sono pentito. E sul vescovo…”. Giancarlo Magalli e Don Matteo, il conduttore rivela di essere stato chiamato per interpretare il ruolo che poi è stato du Terence Hill in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Nel 1999 le era stato chiesto di ricoprire il ruolo del protagonista che poi è stato affidato a Terence Hill.
«Leggendo le sceneggiature avevo capito che la serie sarebbe stata un successo. Poi chiesi il piano di lavorazione e a quel punto realizzai che non avrei potuto farlo».

Perché?
«Le riprese sarebbero durate otto mesi e io sarei dovuto rimanere a Gubbio per tutto quel tempo. Non me la sono sentita: avevo una famiglia e una figlia piccola che volevo veder crescere».

Gubbio non è così lontana da Roma…
«Sono tre ore di macchina, non sarebbe stato possibile fare avanti e indietro».

Come mai la produzione aveva scelto lei?
«Non lo so. Immagino che avessero pensato all’unico prete investigatore che avevamo avuto fino ad allora in Italia, Padre Brown interpretato da Renato Rascel. In qualche modo forse glielo ricordavo».

Magalli: “Don Matteo? Rifiutai di farlo per due motivi…”

Si è mai pentito della sua scelta? “Don Matteo” è un successo che dura da più di vent’anni.
«No. Rinunciai con dispiacere ma non mi sono pentito, anche perché non volevo smettere di fare il conduttore. Diciamo che ho fatto del bene a Terence Hill (ride)».

Lo ha mai incontrato sul set?
«No, però ci conosciamo da una vita. Qualche anno fa, quando faceva “Un passo dal cielo”, sono andato a trovarlo mentre girava perché erano qui all’Olgiata (un quartiere residenziale di Roma, ndr), a 200 metri dalla mia villa».

Conosceva già anche Raoul Bova?
«Sì. Tanti anni fa abbiamo doppiato insieme il film animato della Disney “Hercules”. Lui dava la voce al protagonista, io a Filottete. Con noi c’era anche Veronica Pivetti: ci siamo divertiti moltissimo. Ancora oggi, molti di quelli che allora erano bambini si ricordano di me per quel personaggio».

Veniamo al “suo” vescovo in “Don Matteo 13”.
«Non mi chieda come si chiama perché non lo so. Anche sulle sceneggiature c’era scritto solo “vescovo”».

[…] Visto il successo e la vostra amicizia, la Carlucci potrebbe chiamarla per “Ballando con le stelle”.
«Le risponderei: “Vengo molto volentieri, Milly, se mi fai fare il giudice. A ballare no, perché sono negato”».

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