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Memo Remigi: “Shirley Bassey? Mia moglie si presentò in hotel. In Sicilia mi hanno sparato due fucilate con pallettoni a sale”

Memo Remigi: “Shirley Bassey? Mia moglie si presentò in hotel. In Sicilia mi hanno sparato due fucilate con pallettoni a sale”. Memo Remigi su Shirley Bassey, Catherine Spaak, Barbara D’Urso e non solo, il cantante racconta alcuni dei suoi flirt in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Partiamo dalla fine. La mano sul fondoschiena a Jessica Morlacchi.
«Non vorrei che 50 anni di carriera venissero cancellati da un errore» […] «È stato un gesto senza malizia, scherzoso, ma sicuramente inopportuno. Io e lei abbiamo avuto sempre un rapporto amichevole, di grande confidenza e complicità: dopo il fattaccio l’avevo chiamata, ma non mi ha mai risposto».

Si aspettava di più da Serena Bortone?
«Non ci siamo più sentiti. Nemmeno una chiamata. Mi sarei aspettato, visto il lungo rapporto, un comportamento diverso, speravo in più umanità da parte sua. Anche Costanzo lo aveva detto: Memo ha sbagliato e lo sa. Ma ci sono autori di colpe maggiori, molto maggiori che lavorano serviti e riveriti».

«Innamorati a Milano» è la sua griffe di riconoscimento.
«Racconta il mio amore per Lucia, i nostri incontri a Milano, un posto impossibile per un provinciale come me; racconta la delicatezza del nostro amore dentro il frastuono del traffico e delle opportunità».

Lucia, ovvero sua moglie: vi siete incontrati nel 1961 e sposati 5 anni dopo; il divorzio nel 1983 e le nuove nozze nel 2007… Un film.
«L’ho conosciuta, amata, tradita e riconquistata. A un certo punto mi sono reso conto che le altre non contavano: ho capito che la madre di mio figlio, la compagna della mia vita, quella che mi ha indicato cosa fare da grande quando non lo sapevo era quella giusta».

Memo Remigi: “Shirley Bassey? Mia moglie si presentò in hotel”

Intanto Shirley Bassey la aspettava in baby-doll.
«E mia moglie trovò l’indirizzo dell’hotel e si presentò alla porta. Io scappai e il mio amico Giovanni D’Anzi mi suggerì di tornare da Lucia per ricordarle che le avevo dedicato la canzone d’amore più bella ambientata a Milano, naturalmente dopo la sua O mia bela Madunina».

Catherine Spaak?
«Ci frequentammo per un po’ in clandestinità, ma ci beccarono all’uscita di un ristorante romano e la foto finì su una rivista di gossip».

Barbara D’Urso aveva 19 anni, lei il doppio…
«All’epoca ero un uomo con il cuore palpitante ma diviso in due: una parte era per questa giovane donna che mi faceva sentire speciale e irrinunciabile, ma una parte era rimasta da Lucia».

Se una donna le chiedeva di impegnarsi in un matrimonio lei scappava.
«Capisco che magari alcune donne volessero un impegno più stabile, ma io la famiglia ce l’avevo già, Lucia per me è sempre stata un punto di riferimento, una dipendenza affettiva, nonostante avessi anche altre velleità».

Tanto che vi siete risposati…
«Non avevamo detto niente nemmeno a nostro figlio Stefano. Non è niente di impegnativo, lo rassicurava Lucia».

[…] La volta che se l’è vista brutta?
«In Sicilia, quasi all’alba. Ero in macchina, tornavo da un concerto in un night e vedo questo bellissimo aranceto. Mi fermo e con le mie belle scarpe di vernice mi avventuro nel campo: mi hanno sparato due fucilate con i pallettoni a sale. Per fortuna non mi hanno preso, ma che corsa».

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