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Salute

Uomini vegani per “lavori maschili”, assunzioni meno probabili: “C’è un pregiudizio”. Lo studio

Uomini vegani per “lavori maschili”, assunzioni meno probabili: “C’è un pregiudizio”. Lo studio. Se diete uomini e vegani sarebbe meglio non rivelarlo nel corso di colloqui di lavoro, soprattutto se si tratta di mansioni dure. È quanto emerge da una ricerca condotta dall’Università di Varsavia, in Polonia. Gli studiosi polacchi hanno scoperto che gli uomini che hanno elencato le loro preferenze dietetiche come vegani nella loro domanda di lavoro, sono stati percepiti come meno competenti dai potenziali datori.

La situazione peggiora se la domanda viene fatta per lavori che i ricercatori sostenengono che siano stereotipicamente “maschili”. Tuttavia, secondo i ricercatori, la scelta vegana da parte delle donne, invece, non ha influenzato le loro prospettive di lavoro. L’interesse per una dieta a base vegetale è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni, con i vegani che citano motivi etici, ambientali o di salute.

Alcuni studi suggeriscono che la dieta riduce il rischio di attacchi di cuore e diabete di tipo 2. Ma secondo i ricercatori, i datori di lavoro sembrano erroneamente associare l’essere vegani degli uomini all’incompetenza. La Polonia è stata scelta per il suo approccio conservatore al veganismo, con solo l’uno per cento dei polacchi che si identificano come vegani o vegetariani secondo gli ultimi dati di Eurostat.

Lo studio ha coinvolto circa 838 partecipanti. A questi è stata presentata in modo casuale una delle otto versioni di un CV fittizio di uomini e donne che presumibilmente si candidavano per un lavoro. Ciò includeva risposte diverse per il genere del candidato e il ruolo lavorativo per cui si faceva domanda. Nella sezione dedicata agli hobby, sono state aggiunte “cucina a base vegetale” o “cucina” per distinguere tra vegani e non vegani.

Uomini vegani per “lavori maschili”, assunzioni meno probabili: il motivo

Sono state inoltre elencate le informazioni di base, inclusa l’esperienza precedente nella posizione e l’istruzione relativa al ruolo lavorativo. Nella metà dei curriculum c’era una domanda fittizia per un ruolo di psicologa – “coerente con lo stereotipo di un’occupazione femminile”, hanno detto gli scienziati – mentre l’altra per una posizione di analista finanziario, “un’occupazione stereotipata maschile”.

Ai volontari è stato quindi chiesto di giudicare ogni candidatura per almeno 60 secondi, prima di rispondere a una serie di domande sul candidato. Le domande misuravano le percezioni di calore e competenza. I datori hanno quindi risposto a domande sull’idoneità del candidato per la posizione lavorativa e sulla loro disponibilità ad assumerlo su una scala da uno a sette. Un punteggio di uno è stato considerato “Non assumerei assolutamente”, con sette che indicano “Assumerei sicuramente”.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Social Psychology, dove i ricercatori hanno spiegato che gli uomini vegani sono considerati meno capaci dei ‘carnivori’ dello stesso sesso. Gli uomini vegani che hanno fatto domanda per la posizione di analista finanziario hanno ottenuto rispettivamente una media di 4,77 e 4,26 per competenza e cordialità. I mangiatori di carne hanno invece registrato risultati di 4,92 e 5,3.

I vegani maschi che hanno inviato CV per un ruolo di psicologo hanno riportato invece 4,66 e 4,92 per competenza e cordialità. Mentre i carnivori hanno ottenuto rispettivamente una media di 4,1 e 4,43. “È stato osservato che, in generale, i vegani che hanno fatto domanda per una posizione stereotipicamente femminile – psicologa – sono stati percepiti come più calorosi dei vegani che hanno fatto domanda per una posizione stereotipicamente maschile – analista finanziario”, secondo gli scienziati.

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