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Salute

Mieloma multiplo, nuova terapia “straordinariamente efficace” per uno dei tumori più mortali: la svolta

Mieloma multiplo, nuova terapia “straordinariamente efficace” per uno dei tumori più mortali: la svolta. Svolta nel trattamento di uno dei tumori del sangue più mortali. Una nuova immunoterapia “straordinariamente efficace” può rallentare il progresso della malattia del 74%. Gli esperti hanno dimostrato i progressi della terapia CAR-T per il trattamento di pazienti affetti da mieloma multiplo, un tipo di tumore del sangue che si sviluppa dalle cellule del midollo osseo.

I ricercatori hanno scoperto che il farmaco, che si chiama Carvykti, ha rallentato la progressione della malattia del 74% nei pazienti che erano diventati resistenti ad altri farmaci. Il trattamento utilizza il sistema immunitario del corpo per uccidere le cellule del mieloma, riprogrammandole efficacemente per migliorare la lotta contro la malattia. Il sangue viene prelevato dai pazienti e geneticamente modificato in laboratorio prima di essere ritrasferito, lasciando che le cellule CAR-T diano la caccia e uccidano le cellule del mieloma.

La ricerca ha coinvolto 419 persone con mieloma multiplo che avevano smesso di rispondere alla lenalidomide, il farmaco attualmente somministrato ai pazienti. Durante un follow-up medio di 16 mesi, l’84,6% dei pazienti che hanno assunto Carvytki, ha risposto al trattamento, rispetto al 67,3% del trattamento standard. Quasi due terzi (61%) assegnati alla terapia con cellule CAR-T avevano meno tracce del cancro rispetto all’altro gruppo (16%).

La svolta

Gli esperti hanno affermato che sebbene i trattamenti con cellule CAR-T non siano curativi, hanno il potenziale per fornire tempi di remissione più lunghi e la natura una tantum del trattamento offre ai pazienti una pausa dall’assunzione di farmaci. Il dottor Binod Dhakal, del Medical College of Wisconsin, che ha guidato lo studio, ha affermato che “ha migliorato significativamente il tasso e la profondità della risposta”.

Presentando le sue scoperte all’American Society of Clinical Oncology, ha affermato che il trattamento lo supporta come “un potenziale nuovo standard di cura” per i pazienti con opzioni limitate rimaste.

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