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Feltri, la moglie: “Insieme da 55 anni solo per un motivo. Maschilista? È un altro il suo peggior difetto”

Feltri, la moglie: “Insieme da 55 anni solo per un motivo. Maschilista? È un altro il suo peggior difetto”. Vittorio Feltri, la moglie Enoe Bonfanti, 85 anni, parla del rapporto con il marito che dura da oltre 55 anni, rivelando alcuni retroscena in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Quanta pazienza c’è voluta fino a qui?
«Tanta. Mi è venuto in soccorso il fatto che lavorava molto per cui ci si incontrava poco […]»

Il suo difetto più grande?
«È un gran borbottone. E se non ha tutte le sue cose a posto tira qualche bestemmia».

Il pregio?
«È diretto e non porta rancore, dopo una lite si ricomincia da capo. Ed è generoso».

Mi faccia qualche esempio.
«Beh, ha ricomprato le campane di Guardialfiera, in Molise, dove andava con gli zii durante l’infanzia. Durante il Covid ha aiutato economicamente una prostituta del quartiere che aveva dovuto smettere, perché la sua bambina era tornata a casa dal collegio: alla fine le ha anche trovato lavoro in una biblioteca».

Lui dice che non l’ha mai tradita: ha «diversificato».
«Le sue diversificazioni sono state molto fastidiose e non mi sono mai piaciute. Giurava di non farlo più, ma giurava il falso. Diceva che erano sciocchezze: si giustificava come quelli che fanno le corna e minimizzano».

Feltri, la moglie: “Insieme da 55 anni solo per un motivo”

Si è scoperto dov’era finito quando sparì per tre giorni?
«Avevo chiamato il suo amico Botti per sapere dove fosse. “Sarà in qualche bisca a giocare a carte”, rispose. Però deve averlo avvisato perché quella sera tornò. Abbiamo provato a chiarire, ma non c’era niente da chiarire…».

Perché non lo ha lasciato?
«Non ero indipendente economicamente, dove andavo? Mia madre era morta e mio padre viveva in Val Seriana, lì c’erano appena le elementari, che futuro avrei garantito ai nostri figli? E poi non avrei mai voluto che crescessero lontani da lui».

[…] Vita mondana con Vittorio?
«Mai fatta. Quando ha preso il Premio Ischia mi ha chiesto di accompagnarlo, e io sono rimasta in albergo a pulire i gerani del terrazzo della stanza: mi sono divertita».

[…] Segue suo marito sui social?
«Poco e non sono d’accordo con certe cose che scrive: io non lo farei mai».

È maschilista?
«No, sono sicura di no perché considera le persone come persone, maschi o femmine che siano. Non giudica quello che uno fa, dice che sono cavoli suoi. L’ho visto anche con i figli: Mattia si rifaceva il letto, aiutava ad apparecchiare e sparecchiare come le sorelle. E quando loro dicevano di voler fare le principesse, replicava che dovevano studiare, scegliere una professione ed essere indipendenti».

Quando si è ammalato si è spaventata?
«Molto. Qualche volta mi disperavo e poi mi facevo coraggio. Diventa difficile, dopo tanti anni, immaginare di non poter più stare insieme».

[…] Cosa l’aveva colpita quando vi siete conosciuti?
«Intanto mi ero affezionata alle gemelle, che portava nel brefotrofio di Bergamo dove ero puericultrice. Parlava diversamente dagli altri, mi piaceva ascoltarlo. Avevo 30 anni, prima di lui uscivo con un altro, benestante, mentre Vittorio era povero in canna, lavorava alla Provincia. Mia mamma non era molto d’accordo. Diceva: è brutto avere la matrigna ed è brutto fare la matrigna. Poi è andata così».

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