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Gossip Spettacolo

Francesco Scianna: “Flirt? Il primo gossip mi ha dato parecchio fastidio. Ho avuto una crisi al primo ingaggio”

Francesco Scianna: “Flirt? Il primo gossip mi ha dato parecchio fastidio. Ho avuto una crisi al primo ingaggio”. Francesco Scianna sui flirt, il gossip e non solo, l’attore siciliano, 41 anni, ripercorre le tappe più significative della sua carriera in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Resta in ottimi rapporti con ognuna delle sue ex, tipo regola di vita?
«La fine dell’amore non è la fine del dialogo».

È ancora single?
«No comment».

Andiamo, Google le attribuisce parecchi flirt…
«La prima volta che sono finito nella cronaca rosa mi ha dato parecchio fastidio: mi sono sentito violato. Oggi ci rido su».

In Cattiva coscienza il matrimonio viene definito «una cosa normalizzante e borghese». Lei che cosa ne pensa?
«Sono aperto a vedere quello che succederà nel momento in cui incontrerò la donna della mia vita, semmai la incontrerò: magari ci andrà di siglare quell’unione, magari no. Io rispetto chi desidera sposarsi, ma per quanto mi riguarda non è una necessità, nemmeno un obiettivo».

E la paternità?
«È un istinto, forte, con cui convivo da 16 anni. Ci sono anche andato vicino. Però, alla fine, non è ancora arrivato il momento».

Francesco Scianna: “Flirt? Il primo gossip mi ha dato parecchio fastidio”

[…] Preferisce sempre i film alle serie?
«Da fruitore. Da attore non c’è alcuna differenza».

Che idea si è fatto dello sciopero dei suoi colleghi a Hollywood?
«È dalla pandemia che io stesso sostengo la necessità di una rivoluzione pacifica per battere il chiodo su certi diritti in un contesto di bulimia produttiva: dalle retribuzioni eque alla garanzia che le spese di viaggio siano sempre sostenute dalla produzione. In Italia abbiamo formato dei collettivi, delle associazioni di categoria, penso a U.N.I.T.A., a cui appartengo. Questo sciopero oltreoceano è importantissimo. Però, sarà che sono un Ariete e non mi trovo a mio agio nelle vie di mezzo, sarei stato più categorico fin dall’inizio: per esempio, avrei sospeso qualunque promozione. Se sposi una causa, vai fino in fondo».

[…] Come è stato incontrare Joaquin Phoenix?
«I-n-c-r-e-d-i-b-i-l-e. Per la prima volta volevo abbandonare la scena per osservare lui in azione. Professionalissimo, serissimo eppure leggero».

[…] Ha iniziato giovane.
«Avevo 13 o 14 anni quando ho cominciato a desiderare questa carriera. La conferma che fosse quella giusta è arrivata con Il più bel giorno della mia vita di Cristina Comencini. E pensare che stavo per mollare tutto… Non è stato facile lasciare la mia Sicilia per trasferirmi a Roma e frequentare l’Accademia nazionale d’arte drammatica. Non era nostalgia alla “mi manca casa, mi manca mamma”, era altro: la certezza di chiudere un capitolo e di diventare adulto. Non ero pronto. Sono entrato in crisi: intoppi esistenziali. A un certo punto, durante la pausa pasquale del primo anno di studi, ho accarezzato l’idea di tornare sui miei passi. La settimana dopo sono stato chiamato per Il più bel giorno della mia vita».

Francesco Scianna: “Ho avuto una crisi al primo ingaggio”

Era il suo primo provino?
«No, il secondo. Il primo l’avevo sostenuto a Palermo e non ricordo nemmeno per cosa. Ma ero stato pessimo. Quello con la Comencini invece è andato bene. E ho in testa, come se fosse ieri, la telefonata a mia madre dopo aver girato la prima scena a Piazza Navona con Luigi Lo Cascio: “Mi sento a casa”. Così, a 19 anni realizzavo il mio sogno, a 25 gli mettevo la corona in testa con Baarìa di Giuseppe Tornatore».

Il ruolo da protagonista, con un regista premio Oscar, in un film candidato ai Golden Globes. Come si fa a tenere i piedi per terra con una gavetta così brillante?
«È stato difficilissimo. Intanto non ho abbandonato il teatro, che è il luogo da cui vengo. Ho studiato, studiato e studiato ancora. Ho coltivato l’umiltà. E ho imparato a sottrarmi: i miei sì sono chiari e di pancia, i miei no sono travagliati. Però, col tempo, ho sconfitto l’ansia di esserci, pondero parecchio: questo l’ho già interpretato, quello mi contestualizza in un’unica Regione… È giusto che un attore si faccia un po’ desiderare tra un progetto e l’altro, che sia avvolto da un alone di mistero».

È la ragione per cui sui social la sua presenza è ai minimi termini?
«Io e i social siamo due estranei che potrebbero piacersi. Ora sto postando un po’ di più, ma male: per esempio, ho scoperto il tasto per fare le Stories forse due giorni fa. A ogni modo, non condivido il mio privato: è solo mio. Su Instagram promuovo il mio lavoro e la cause ambientali in cui credo».

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