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Creati robot fatti con cellule umane che riparano tessuti e combattono malattie: la svolta

Creati robot fatti con cellule umane che riparano tessuti e combattono malattie: la svolta. Gli scienziati stanno già studiando da alcuni anni l’uso di robot in miniatura nel settore sanitario, ad esempio per eseguire colonscopie, emorragie staminali e diagnosticare e curare malattie. Ma fino ad oggi si è trattato principalmente di robot artificiali programmati per muoversi attorno al corpo e svolgere compiti specifici. In questo caso si tratta invece di piccoli robot realizzati con le cellule del corpo umano.

Questi piccolissimi robot potrebbero rappresentare un nuovo modo per riparare i tessuti danneggiati e curare le malattie. La nuova tecnologia apre anche la possibilità che i pazienti dispongano di un proprio robot “personale” per cercare e riparare eventuali danni. I microscopici “antrobot”, sono stati creati utilizzando cellule provenienti dalla trachea di un adulto, e sono in grado di curare il tessuto cerebrale danneggiato in laboratorio.

La scoperta potrebbe portare all’utilizzo di robot creati per pulire le arterie ostruite, riparare il midollo spinale difettoso e i danni ai nervi della retina nella parte posteriore dell’occhio, oltre a somministrare farmaci a parti specifiche del corpo colpite da cancro o infezioni, hanno detto i ricercatori statunitensi. Ciò porterebbe enormi vantaggi perché è improbabile che il corpo rifiuti i robot realizzati con le cellule del paziente.

Per creare gli antrobot, che significa semplicemente robot umani, gli scienziati della Tufts University nel Massachusetts hanno prelevato cellule dalla superficie della trachea dei pazienti. Le cellule sono state scelte perché contengono ciglia, minuscole strutture simili a capelli che ondeggiano avanti e indietro e catturano polvere e detriti nelle vie aeree, in modo che possano essere espulsi dal corpo tossendo o schiarendosi la gola. L’idea è che le ciglia potrebbero aiutare le cellule a muoversi.

Così hanno creato i robot fatti con cellule umane che riparano tessuti

L’obiettivo è vedere se, una volta estratte dal loro ambiente abituale, queste cellule possono riavviarsi e trovare modi per svolgere nuovi compiti nel corpo, come la ricerca e la guarigione dei tessuti danneggiati. Le singole cellule della trachea sono state lasciate crescere e moltiplicarsi in laboratorio per 2 settimane. Quindi sono state trasferite su un altro piatto, in modo che si comportino come gambe per muoversi. I ricercatori sono rimasti sorpresi nello scoprire che nel giro di pochi giorni gli antropobot, costituiti da poche centinaia di cellule, hanno iniziato a muoversi nella capsula di Petri, con le loro ciglia che fungevano da remi.

I ricercatori li hanno poi aggiunti a uno strato di cellule nervose umane in una capsula di Petri, che era stata graffiata con una sottile bacchetta di metallo, creando una “ferita” o un danno ai tessuti. I risultati, pubblicati sulla rivista Advanced Science, hanno dimostrato che, una volta inseriti nelle cellule nervose danneggiate, gli antrobot si mettevano al lavoro, raggruppandosi insieme per formare un “superbot” e questo incoraggiava la crescita di nuove cellule nell’area danneggiata. Nel giro di tre giorni i ricercatori hanno scoperto che il danno era completamente guarito.

Non è noto esattamente come questi robot promuovano la guarigione nei tessuti umani, ma gli scienziati affermano che gli antrobot “potrebbero essere personalizzati per ciascun paziente” per curare la malattia, con l’idea che cellule diverse del paziente potrebbero essere in grado di svolgere funzioni diverse. Una volta che sono stati iniettati nel corpo e hanno svolto il loro lavoro, gli antrobot muoiono naturalmente dopo alcune settimane e vengono assorbiti dal corpo, hanno detto i ricercatori. E in futuro, ai robot potrebbero essere aggiunte altre funzionalità in modo che possano svolgere compiti diversi.

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