Home » Mario Lavezzi: “Con i Camaleonti è finita per un motivo. Loredana Bertè? Una grande storia d’amore, una palestra di vita”
Gossip Spettacolo

Mario Lavezzi: “Con i Camaleonti è finita per un motivo. Loredana Bertè? Una grande storia d’amore, una palestra di vita”

Mario Lavezzi: “Con i Camaleonti è finita per un motivo. Loredana Bertè? Una grande storia d’amore, una palestra di vita”. Mario Lavezzi sui Camaleonti, Loredana Bertè, la carriera e non solo, il cantautore milanese, 76 anni, ripercorre le tappe della sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Battisti.
«Era sempre un chilometro più avanti di tutti gli altri. Preciso fino a essere maniacale. Per me un maestro totale. E un grandissimo amico. Una persona come ne nascono poche».

[…] Cos’era Milano?
«Una città incantata, nonostante la vita dura. Soldi ne giravano pochi, ma la musica era ovunque. Un giorno il mio maestro Franco mi dice che ha un concerto per un festival studentesco e mi chiede di accompagnarlo. Avevo quattordici anni. E la mia vita è cambiata per sempre».

Con i Trappers.
«Il mio primo gruppo. Nato nel 1963 all’oratorio di San Vito a Milano. E mentre cercavo di accontentare i miei per il pezzo di carta — alla fine ci sono riuscito, ragioniere non so come — abbiamo cominciato a suonare ovunque. E non solo a Milano. Un’estate Teo Teocoli ci chiama a fare con lui la stagione in un locale di Finale Ligure, lo Scotch Club. Il contratto l’hanno firmato i miei, io ero minorenne. Suonavamo dalle nove di sera alle tre di notte. E lì il mestiere della musica lo impari eccome».

Mario Lavezzi: “Con i Camaleonti è finita per un motivo”

[…] E un giorno arriva una telefonata.
«Ricky Maiocchi aveva lasciato i Camaleonti, dovevano suonare a Roma e il loro manager Gigi Fiume Menegazzi mi chiede se voglio andare. Mio padre mi disse: se vuoi vai, ma dovrai mantenerti. Sono partito per Roma col Maggiolino. Poco tempo dopo grazie alla musica ero riuscito a comprarmi una Porsche (usata)».

[…] Ok, eravamo ai Camaleonti.
«È finita perché mi arrivò la cartolina militare. Per carità, quasi subito imboscato al distretto di Milano. Ma ero a terra. In un pomeriggio di malinconia buttai giù la prima canzone della mia vita. In un primo momento scrissi il testo con Cristiano Minellono e il titolo era Giovedì 19. La proponemmo a Mogol, ma lui e Battisti avevano appena scritto 29 Settembre, ci disse “cos’è, facciamo il calendario?”. Cambiò il ritornello e una strofa, così nacque Primo giorno di primavera, cantata dai Dik Dik prodotti proprio da Battisti e Mogol. Uscì il 21 marzo, a settembre entrò in classifica e ci restò sei settimane».

Passiamo un gioco di nomi: Bertè.
«Un’artista straordinaria, una grande storia d’amore, una palestra di vita».

Un po’ meno sinteticamente?
«Una sera ero all’Arlati, ristorante sotto il quale con Mogol e Alberto Radius avevamo aperto un locale. Un riferimento per moltissimi artisti tra cui quelli della Numero Uno. Era lo stesso periodo in cui su idea di Mogol avevamo fondato Il Volo con Radius, Vince Tempera, Gianni Dell’Aglio, Bob Callero e Gabriele Lorenzi: eravamo il progressive italiano, con Pfm, Banco, Area…».

Mario Lavezzi: “Con Loredana Bertè una grande storia d’amore”

[…] Per Loredana ha scritto con Oscar Avogadro «E la luna bussò».
«Era tornata dalla Giamaica con una pila di dischi di Bob Marley, voleva una canzone fatta così. Io le avevo appena affidato Dedicato di Ivano Fossati, su misura per lei. Ma poi quel pezzo reggae, genere ancora poco conosciuto da noi, è diventato il singolo dell’album Bandabertè che è stato in classifica parecchio tempo».

[…] Mezzo secolo di carriera. Bilancio?
«La musica è stata ed è la mia vita. Ma il mio riferimento, l’ho imparato con gli anni, è la famiglia. Mia moglie, i nostri figli Giulio e Marco».

Futuro?
«I giovani. Il progetto a cui sono più affezionato, che porto avanti dal 2015 con il Comune di Milano e ora anche con il Corriere, Radio Zeta, Rollingstone e Dire giovani è Campus Band – Musica & Matematica: dedicato a cantautori, interpreti e gruppi provenienti da scuole superiori e università, massimo 30 anni. Come dice Mara Maionchi, amica del cuore fin dai tempi della Numero Uno, la musica nelle scuole dovrebbe essere una priorità. La finale, anche quest’anno, in estate al Castello Sforzesco».

Seguici anche su Facebook. Clicca qui

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com