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Daniele Bossari: “Tumore? Cristalli e medicina mi hanno salvato la vita. Ho capito soprattutto una cosa”

Daniele Bossari: “Tumore? Cristalli e medicina mi hanno salvato la vita. Ho capito soprattutto una cosa”. Daniele Bossari sul tumore, il lungo calvario affrontato durante le terapie, i cristalli, e non solo, il conduttore milanese, 49 anni, ne parla in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Davanti a un cristallo nel 2022 la sua vita cambiò per sempre. Ce lo racconta?
«Stavo meditando con un pezzo di shungite, una forma del carbonio. D’un tratto ho avvertito una resistenza in gola. Ho fatto finta di niente, ma nei giorni successivi, ogni volta che mi sedevo sul mio cuscino da meditazione, sentivo quella stessa resistenza. Poche settimane dopo, il responso dell’esame istologico: carcinoma alla base della lingua. È ovvio che non è stato il cristallo a “parlarmi”, ma dalla concentrazione sul corpo ho potuto sentire meglio quel nodo».

E la sua vita da allora è cambiata.
«Un cancro impossibile da operare, ma curabile con chemio e radioterapia, cosa che naturalmente ho fatto affidandomi con fiducia alle cure mediche. Milano rappresenta un’eccellenza in questo senso, sono stato curato benissimo. Ci tengo a dire che la mia passione per le scienze contemplative non ha nulla a che fare con la medicina ufficiale, che è necessaria e alla quale sono ricorso. Però vorrei che passasse un messaggio: le due cose possono camminare assieme, perché meditare, guardarsi dentro e dare un nome alle emozioni ci aiuta a cogliere dei messaggi che il corpo ci manda e che rischiamo di non recepire se viviamo sempre “fuori”, immersi nelle cose da fare, rapiti dai pensieri».

Daniele Bossari: “Tumore? Cristalli e medicina mi hanno salvato la vita”

Quando ha cominciato a meditare e a lavorare con i cristalli?
«Pratico meditazione da anni, anche perché ci sono arrivato grazie alla mia passione per gli astri. Sin da adolescente mi sono allenato a guardare il cielo. E anche se poi ho intrapreso una carriera televisiva con tante incursioni nel mondo della musica, ho sempre cercato di mantenere salde le radici riflessive. Inizialmente i cristalli non mi interessavano, poi un giorno mi imbattei in un venditore vicino alla stazione centrale di Milano. Questa città è sorprendente: è pragmatica, pare immersa in un materialismo senza sbocco, ma poi scopri che è ricca di negozi simili. “Guarda che se cominci a collezionare le pietre poi non te ne stacchi più”, fu la sua profezia».

Che si è avverata.
«Oggi in casa ne ho talmente tanti che Filippa (Lagerback, moglie del conduttore dal 2018, ndr) impazzisce perché ogni tanto ne trova uno in qualche cassetto. I cristalli sono luce, storia, forza della pietra, monito per le nostre vite: resistono a lungo senza muoversi, quello che dovremmo cercare di fare noi, sempre ansiosi di cambiare posto, partner, vita. Nulla ci basta, a me compreso, ma dai cristalli ho imparato che si può mettere radici».

Daniele Bossari: “Dei Cristalli ho capito soprattutto una cosa”

E poi ogni cristallo non può essere «vissuto» in modo semplice, ma ci sono dei rituali.
«E sono proprio quei rituali che ci riportano a qualcosa di profondo, che ci fanno capire che le nostre vite non sono al centro del mondo o della Storia, ma siamo solo degli attimi che passano. Ed è allora, solo allora, che ti nasce dentro un furioso amore per la vita e per le persone intorno, anche quando — come è capitato a me — devi fronteggiare un abisso come un cancro. Io e Filippa abbiamo sofferto moltissimo, sia per il tumore sia perché io ad un certo punto mi sono come “spento”, ma questa esperienza, l’esperienza della malattia, ci ha reso ancora più uniti».

[…] Lei e Lagerback avete anche una figlia, oggi una giovane donna, Stella. Che cosa ha imparato da lei?
«A studiare. Stella è una donna molto attenta, disciplinata, piena di interessi. Chi leggerà questo libro vedrà che non si tratta delle considerazioni superficiali e personali di uno come me, che non è uno specialista, però per scriverlo ho studiato. Testi antichi, abitudini degli sciamani, pietre miliari come gli scritti di Mircea Eliade. E da una ragazza come mia figlia ho appreso una ulteriore forma d’amore, quella per la ricerca».

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