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Paolo Brosio: “Mamma morta? Quel giorno ho sentito una cosa. Parlerò dell’eredità che ha lasciato nel prossimo libro”

Paolo Brosio: “Mamma morta? Quel giorno ho sentito una cosa. Parlerò dell’eredità che ha lasciato nel prossimo libro”. Paolo Brosio sulla mamma morta, il giornalista piemontese, 66 anni, ne parla in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] È riuscito a salutarla?
«Sì, il 17 pomeriggio dovevo andare a Brescia per lavoro e sono passato da lei a darle il solito bacio. Dormiva. Me ne sono andato, ma davanti all’ascensore ho sentito qualcosa che mi richiamava indietro. Allora sono tornato, mi sono inginocchiato accanto al suo letto, ho recitato un Pater, un Gloria e un’Ave Maria e sono scoppiato a piangere. Le ho detto: “Mamma, ci rivediamo in cielo”».

Se le chiedo un ricordo, cosa le viene in mente ora?
«Quando da bambino, nel Monferrato dove sono nato, mi portava a sgambare tra i boschi e a posare la manina sulla casa di Giovanni Bosco e della mamma Margherita».

Che mamma è stata?
«Mi cazziava sempre. Del resto ero la pecora nera. Per andare a scuola mi faceva mettere i pantaloni di vigogna, maglione blu e camicia bianca: non sa quanto mi prudevano, io sognavo i jeans come i miei compagni. Poi passammo al velluto».

Paolo Brosio: “Mamma morta? Quel giorno ho sentito una cosa”

[…] Anna Marcacci Brosio conquistò il piccolo schermo.
«Sì, grazie a Fabio Fazio, che mi voleva a Quelli che il calcioe all’inizio, non potendo avere me, invitò mia madre. Divenne presto una “Mamma d’arte”».

[…] Nel 1996 entrò nell’«Enciclopedia della televisione» di Aldo Grasso come «deliziosa tifosa milanista».
«Lui adorava mia mamma e bacchettava me, spero che adesso abbia più misericordia. Mi ha bacchettato perfino sulla Madonna».

Portò sua mamma da Papa Francesco.
«Il 9 aprile del 2015, due giorni dopo lo scherzo diabolico delle Iene e la finta telefonata del pontefice… Volli farle una sorpresa e le dissi che l’avrei portata a visitare i Musei Vaticani. Poi, dopo un labirinto di passaggi, arrivammo al Palazzo Apostolico e in fondo al corridoio spuntò la sagoma di un sacerdote vestito di bianco che ci salutava con la mano destra, facendo segno di raggiungerlo».

[…] Ha scritto tanti libri. Il prossimo sarà per lei?
«Sto già prendendo appunti. Parlerò della sua eredità morale, del decalogo che mi ha lasciato negli ultimi giorni. Sono sicuro che mi aiuterà a realizzare la costruzione di un Pronto Soccorso a Citluk, vicinissimo a Medjugorje. Ho ricevuto la Pec che mi annunciava l’avvio dei lavori tre giorni prima che morisse».

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