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Spettacolo

Maria Grazia Cucinotta: “Sarò Bond girl tutta la vita. Io tradita? Gli uomini hanno un limite. Noi donne, invece…”

Maria Grazia Cucinotta Bond girl tutta la vita, l’attrice si racconta tra vita privata e professionale in una intervista a ‘OFF’ l’inserto de ‘Il Giornale’

Maria Grazia Cucinotta: “Sarò Bond girl tutta la vita. Io tradita? Gli uomini hanno un limite. Noi donne, invece…”. L’attrice si racconta tra vita privata e professionale in una intervista a ‘OFF’ l’inserto de ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

In Figlie di Eva Interpreta Vicky una donna tradita. Lei è mai stata tradita?
“Eh…gli uomini più sei appariscente e più entrano in competizione. E alla fine il loro cervello basso prevale anche su quello alto. Una volta che capisci questo, non ti aspetti più niente. È un loro limite!”.

Invece un limite delle donne sembra quello di non coalizzarsi, a parte nel suo spettacolo dove le tre protagonista diventano amiche…
“È quasi impossibile che le donne siano unite e divengano complici, come accade nel mio spettacolo. Parliamo tanto di violenza da parte degli uomini, ma le donne a volte sono le prime nemiche di se stesse e diventano il sesso debole proprio perché non sanno essere complici e amiche tra di loro.

È raro trovare un ambiente dove le donne lavorano tutte in armonia. L’unico posto che ho trovato così è stato la Susan G. Komen, l’associazione per la lotta ai tumori del seno dove collaboro da quasi vent’anni. Lì c’è veramente una coalizzazione tra le donne. Forse perché la malattia le unisce, il sesso sparisce ed esiste solo la voglia di farcela, di vivere, di capire veramente il valore della vita.  Soltanto lì ho trovato un’amicizia vera”.

Perché accade questo?
“Perché le donne sono esseri autonomi. Inoltre siamo sempre state abituate ad essere in competizione con qualche altra, per colpa di un uomo o per colpa dell’educazione. A volte si cresce credendo che l’altra ti possa portare via qualcosa, che l’altra sia meglio di te, che tu possa essere sostituita da un uomo con un’altra. E questo ti porta a non essere amica delle donne, quando poi in realtà ognuno di noi è un pezzo unico e proprio perché siamo uniche dovremmo essere tutte molto più unite e apprezzare le doti dell’altra per migliorarci oppure completarci”.

Maria Grazia Cucinotta: “Bond girl a vita. Io tradita? Gli uomini hanno un limite. Noi donne, invece…”

“Come fanno gli uomini. Un uomo non litigherebbe mai con un altro uomo per una donna. Si possono non parlare per due giorni, poi escono la sera e si divertono, e ci ridono pure sopra. Noi invece per un uomo siamo capaci di creare una guerra. Questo ci rende estremamente deboli. Perché abbiamo sempre bisogno di un altro per completare un progetto. E questa commedia mette in risalto questo aspetto.

Nell’ultima riunione che ho avuto con l’associazione che si occupa di violenza sulle donne, abbiamo pensato di creare dei corsi per educare i bambini, ma soprattutto educare le mamme: perché siamo noi donne che cresciamo i maschi che poi diventano violenti; e siamo noi che li aizziamo contro le donne; spesso abituiamo i ragazzini a pensare che le donne, a seconda di come si vestono, debbano più o meno essere quelle da punire oppure da giudicare. Il giudizio è un’arma letale”.

A proposito di maschi violenti, ora c’è stata una polemica su Junior Cally, il cantante che parteciperà a Sanremo…dicono che nei testi delle sue canzoni ci siano parole violente, sessiste…
“Ma di cosa parliamo? Di uno che scrive una canzone? Ci sono serie televisive dove sgozzano la gente, ammazzano, ci sono prostitute. Ognuno scrive ciò che vuole, ormai. Non c’è più un limite. Ma se tu di base hai un’educazione, puoi ascoltare qualsiasi cosa senza farti influenzare dal primo cretino che arriva. Non è una canzone che porta alla violenza. ono le persone che sono malate e di conseguenza sono violente, perché sono state sfortunatamente cresciute in famiglie che non li hanno educati o in ambienti dove non hanno visto altro che quello”.

Maria Grazia Cucinotta: “Sarò Bond girl tutta la vita ma non volevo farlo…”

Cosa ricorda degli episodi off degli inizi della sua carriera?
“In realtà non volevo fare l’attrice, ero timidissima: i primi provini li facevo in apnea, parlavo molto velocemente ed ero incomprensibile. Non mi prendevano mai. Quando andavo su un set mi paralizzavo. Una volta dovevo dire Ti amo e mi vergognavo a tal punto da non riuscire a pronunciare quelle due parole, tanto che mi dissero: non vuoi dirlo? Vai via!”

Col tempo questo lavoro mi ha dato la possibilità di vincere questa mia grande timidezza. Ero impacciata e in più sono dislessica, di conseguenza avevo già dei problemi a coordinare cervello e lingua. Questo lavoro mi ha tirato fuori tutti quegli incubi che mi portavo dentro”.

Diversamente che lavoro avrebbe fatto?
“La psicologa. Ma all’inizio pensavo di fare il politico o il magistrato, perché volevo cambiare il mondo. Poi mi sono resa conto che il volontariato forse aiuta molto di più”.

È vero che non voleva fare la Bond girl?
“Sì, l’ho rifiutato per ben tre volte. E devo dire grazie alla mia agente che ogni volta che dicevo no, continuava con le trattative. Così sono diventata una Bond girl. E lo sarò per tutta la vita. Anche a 80 anni. E questa è una cosa fighissima!”.

Lavorando all’estero, quale pensa sia il difetto degli italiani?
“Lavorare all’estero per me è stata una grande liberazione perché nessuno ti giudica, ti vedono per quello che vali e non hanno pregiudizi. Io arrivavo dalla televisione, dalla moda, dalla pubblicità, e di conseguenza, non avendo fatto centri sperimentali o frequentato salotti, in Italia ero sempre quella miracolata per tutti, che magari sarebbe finita il giorno dopo. Invece quando sono arrivata a Los Angeles per loro ero Beatrice Russo, l’attrice de Il Postino che aveva avuto cinque nomination all’Oscar, ne aveva vinto uno, ed era stato il film più visto al mondo.

Di conseguenza partivano con un rispetto profondo per quello che avevo fatto. Ho fatto dei corsi, ho capito a fondo questo lavoro e ho scoperto veramente la macchina infernale che è il cinema: la più grande dittatura al mondo: gli americani hanno creato la più grande dittatura mediatica al mondo, dove ci influenzano continuamente. Loro ci fanno fare esattamente quello che vogliono  attraverso i loro film e ti condizionano, perché sono dei geni della comunicazione. E pensare che il cinema è nato in Italia. Loro hanno imparato a fare questo lavoro da noi e ne hanno fatto un mestiere potentissimo. Noi siamo rimasti degli artigiani”.

E un suo difetto personale, invece?
“Non ho vie di mezzo: o ti amo o ti ignoro, nemmeno ti odio”.

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