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Gina Lollobrigida: “L’uomo della mia vita? Sono stati due fratelli russi…”

Gina Lollobrigida l’uomo della vita sono stati due fratelli russi, è la stessa attrice a rivelarlo in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘La Stampa’

Gina Lollobrigida: “L’uomo della mia vita? Dono stati due fratelli russi…”. L’attrice si racconta rivelando alcuni retroscena della sua vita privata e professionale in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘La Stampa’. Ve ne proponiamo alcuni stralci.

«L’ uomo della vita? Curiosamente, sono stati due russi, fratelli. Ero innamorata del più anziano ma sono state due storie molto belle. Il fratello grande era anche scrittore» […]

Regista, sceneggiatore, scrittore, una lunga carriera tra cinema e teatro e una profonda cultura molto evidente in ogni sua opera, è stato proprio questo che ha affascinato Gina Lollobrigida.
«Ho sempre scelto persone che avevano qualcosa nella zucca. Dovevamo sposarci poi ci ha ripensato, e che je vai a di? Gli puoi dire non lo fare? Ovviamente no, e allora sono andata con il fratellino per rabbia. E il fratellino era titubante perché pensava a una vendetta. Invece no, era un personaggio simpatico. Non aveva la testa del fratello ma quando andò negli Stati Uniti ebbe quasi più successo».

Lollobrigida uomo della vita

L’ incontro con Andrej Konchalovsky risale agli anni Novanta.
«Un giorno era in Italia per lavoro. È venuto a casa, quasi non chiedeva nemmeno il permesso, era già entrato. Aveva già tutto in testa ed era un uomo molto affascinante».

Con qualche stranezza, aggiunge Gina Lollobrigida.
«Ogni tanto si sposava con una donna, poi arrivava qui per riprendere l’ amore con me ma in viaggio portava anche la moglie. La lasciava in albergo e veniva da me. Questi sono gli uomini. Avremmo dovuto fare anche un film insieme. Per me era la cosa più importante, ma pure quello è andato per aria e allora ho detto: ma vai all’ inferno!».

E’ stato a quel punto che ha pensato di consolarsi con quello che lei chiama «il fratellino» e che il mondo intero conosce come Nikita Mikhalkov, attore, regista, autore di capolavori come Oci Ciornie.
«Io viaggiavo e il fratellino era venuto in India dove mi aveva invitato Indira Gandhi. La troupe russa proteggeva la verginità di questo poveraccio in una maniera ridicola. Non ho avuto mai tanti nemici che mi rovinavano la mia normale vita sentimentale come i Russi».

Lo stesso capitava in Russia durante gli incontri con Konchalovsky.
«Negli alberghi a ogni piano c’ era la donna messa di guardia per non far passare le persone. Chiaramente Konchalovsky se ne fregava: se voleva venire in camera mia ci veniva».

Quanto è durata?
«Diciamo che è stata una storia sentita. Molto. Sono state due belle storie e io non sono stata cattiva, non volevo creare problemi tra i due fratelli, non valeva la pena, erano due tipi diversi. Il grande aveva questo desiderio di sposarmi poi gli è capitato un film e si è dimenticato del matrimonio. E io non è che lasciavo il fratellino così…».

E che film era?
«Non mi ricordo ma fece un film che, tutto sommato… il film poteva pure aspettare!».

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