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Cronaca

Milano, 78enne fa irruzione al Pio Albergo Trivulzio: “Volevo salvare mia moglie”

Milano, 78enne fa irruzione al Pio Albergo Trivulzio per salvare la moglie

Milano, 78enne fa irruzione al Pio Albergo Trivulzio: “Volevo salvare mia moglie”. L’anziano voleva portare via la consorte. Era disperato perché non la vede dal 2 marzo e preoccupato da tutte la “tristi notizie” che emergono sul più grande polo geriatrico d’Italia, finito al centro di un’inchiesta della magistratura, un 78enne si è introdotto questa mattina nel Pat.

Sembra abbia parcheggiato la sua auto nel cortile e sia entrato alla Baggina da un ingresso secondario. Era quasi riuscito a raggiungere il reparto dov’è ricoverata la signora, 79 anni, quando è stato notato da alcuni infermieri che hanno subito chiamato la guardia giurata. Lanciato l’allarme, sul posto sono arrivati i poliziotti delle Volanti, con il funzionario di turno che è intervenuto proprio per via della “delicatezza” della situazione.

L’uomo ha raccontato l’angoscia che prova a sapere lì dentro la compagna di una vita, ricoverata per una riabilitazione fisioterapica e rimasta “intrappolata” per via del contagio. Che lui ha già denunciato tutto in procura e che non ce la fa a saperla nella struttura.

La signora, risultata positiva coronavirus, però, sta bene: da quello che è emerso sarebbe asintomatica. Per questo il 78enne vorrebbe solo “riportarla a casa, occuparsi di persona della sua salute, perché nella rsa stanno morendo in tanti” e lui non vuole, non può “correre il rischio di perderla per sempre”.

Milano, 78enne fa irruzione al Pio Albergo Trivulzio: il caso

Gli agenti, con l’aiuto di un medico del Trivulzio, lo hanno ascoltato e, con tutte le accortezze necessarie, hanno provato a fargli capire che la moglie non può in questo momento uscire dalla rsa, che se lui si avvicinasse rischierebbe di contagiarsi e, data la sua età, è un pericolo che non si può correre.

Succede anche questo nei giorni dell’emergenza coronavirus che in molte rsa d’Italia sta facendo centinaia di vittime. Si parla di almeno 200 morti al Pat a partire da marzo. Decessi “sospetti” su cui hanno acceso un faro i pm, che hanno aperto un fascicolo per epidemia e omicidio colposi (sono 22 in tutto le inchieste in procura). Indagati risultano al momento il direttore generale Giuseppe Calicchio e lo stesso Trivulzio, in base alla legge 231 sulla responsabilità degli enti.

Dipendenti e parenti delle vittime hanno accusato i responsabili della rsa di numerose irregolarità, come il mancato utilizzo di mascherine che, addirittura, sarebbero state “vietate per non allarmare gli ospiti”. Il Pat si è sempre difeso dicendo di aver applicato disposizioni e direttive di Regione, ministero, Iss e Oms.

Al termine della “trattativa”, l’anziano è tornato a casa. Con la speranza di riabbracciare al più presto “l’amore della sua vita” (fonte: La Stampa).

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