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Brignano: “Un’ora sola vi vorrei? Tramuterò in divertimento una pseudoverità”

Enrico Brignano su “Un’ora sola vi vorrei”, l’intervista a ‘TV Sorrisi e Canzoni’

Brignano: “Un’ora sola vi vorrei? Tramuterò in divertimento una pseudoverità”. Il conduttore parla del suo nuovo programma in onda su Raidue in una intervista a ‘TV Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Enrico, ovviamente a “Un’ora sola vi vorrei” mi aspetto monologhi e battute sul diventare papà-bis.
«In realtà, visto che il piccolo ancora non è arrivato, probabilmente mi concentrerò di più sulle dinamiche di coppia. Per ora posso solo immaginare cosa significhi avere un secondo figlio. Tutti mi dicono che sia più facile del primo e io mi fido: per esempio, già so dove buttare i pannolini, dove andarli a comprare e quale latte in polvere scegliere (sorride)».

Insomma l’esperienza conta…
«Sì, certo. Anche se poi, se ci pensi, mettere al mondo un bambino non è solo una questione di pannolini. In questo periodo è un atto di coraggio. Ecco, durante “Un’ora sola vi vorrei” mi piacerebbe andare a indagare su questo argomento. Soprattutto perché siamo in un momento in cui, stando tappati in casa, tante coppie scoppiano».

Eh sì, c’è sempre un po’ la paura della crisi.
«Io e te dobbiamo farci i complimenti a vicenda per la scelta di avere un secondo figlio (ride). È una forma di fiducia per il futuro. È naturale che un argomento come questo, in me e anche in Flora, susciti il desiderio, e forse la necessità, di provare a riderci sopra. È l’imprinting dello spettacolo: tramuterò in divertimento una pseudoverità, quella di un comico di 54 anni e di una giovane attrice che ridiventano genitori».

So che avete una lista di tre nomi per il nascituro: Niccolò, Mattia e Giacomo.
«Di ufficiale non c’è ancora niente, ma l’importante è che suoni bene con il cognome (ride)».

Senti, a “Un’ora sola vi vorrei” tu e Flora continuerete a fare la gag di voi due nel lettone?
«Sì, certo. Flora sarà al sesto mese circa quando inizieremo ad andare in onda: la vedrete con il pancione. Ma devo dire che la sento tranquilla. Quando è nata Martina, la nostra prima figlia, era più ansiosa. Oggi siamo diventati entrambi anche un po’ più fatalisti rispetto alla prima volta».

Da padre a padre, che cosa ti preoccupa maggiormente?
«I timori iniziali erano quelli soliti, sulla salute del bimbo. Ma adesso sappiamo che è un maschio e che sta benissimo: gode di una sana e robusta costituzione, come si dice in questi casi. Quindi dal punto di vista pragmatico i dubbi ce li siamo tolti. I pensieri maggiori riguardano il suo futuro: speriamo che sia un qualcosa di migliore di quello che potrebbe sembrarci adesso».

E per quanto riguarda la fatica pratica?
«Sicuramente c’è il peso del dover cambiare i pannolini e poi del fare il latte alla temperatura giusta: “È troppo caldo, no è troppo freddo”. Poi c’è la questione dell’aria condizionata: “La accendo”. “No spegnila, metti la stufetta”. Anche d’estate! Cose di questo tipo».

Sei spaventato dalle notti in bianco?
«Non più di tanto. Meglio passare una notte insonne perché tuo figlio ha le colichette piuttosto che per l’arrivo di una cartella esattoriale (ride)».

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