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Simona Garbarino: “Madreh? È anaffettiva per un motivo. Senza parrucca nessuno mi riconosce”

Simona Garbarino: “Madreh? È anaffettiva per un motivo. Senza parrucca nessuno mi riconosce”. Simona Garbarino su Madreh e non solo, l’attrice genovese parla del personaggio che interpreta in “Sensualità a corte” di Gialappa’s show, il programma di Tv8 e Sky Uno, in una intervista a ‘Tv Sorrisi e canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Signora Garbarino, ma lei chi è? […]
«Nasco come attrice, ma ho lavorato moltissimo come pedagogista teatrale e mi sono occupata di disabilità intellettiva negli adulti e nei bambini. Mi divido tra la parte artistica e quella formativa. Definirmi attrice sarebbe chiudere una serie di porte».

Le sue origini?
«Torriglia, un paese dell’entroterra genovese».

[…] Vent’anni fa l’incontro con Marcello Cesena.
«A quel tempo portavo sulle scene “I maneggi per maritare una figlia”, facevo la moglie di Gilberto Govi. Mi vide Mauro Pirovano, gli piacqui e mi segnalò a Marcello Cesena, che con lui faceva parte dei Broncoviz e cercava attori per un lavoro con la Gialappa’s».

Reazione a caldo?
«Panico. Non mi sentivo abbastanza preparata e all’altezza».

Però si presentò.
«Andai a casa di Marcello, mi fece accomodare in salotto, ci fu uno scambio di convenevoli, mi fece parlare, mi chiese delle fotografie e mi congedò. Tornai con le pive nel sacco».

E invece…
«Dopo due giorni mi chiamò: “Preparati, dopodomani sei sul set”. Senza aggiungere altro. Fu sul set che scoprii che avremmo dovuto indossare abiti settecenteschi e di cosa si trattava».

Simona Garbarino: “Madreh? È anaffettiva per un motivo”

Capultata direttamente nel ruolo di Madreh.
«Mi sono affidata completamente a Marcello, facemmo una puntata zero, lui la inviò alla Gialappa’s fiducioso. Ed ebbe ragione».

Secondo le direttive di Cesena lei doveva essere: «Folle, plateale, anaffettiva».
«Folle perché la recitazione è sopra le righe e marcata. A livello umorale, Madreh è instabile, urla e fa follie e subito dopo cambia registro. Anaffettiva, perché se ne frega del figlio Jean Claude e lo vorrebbe morto».

Da pedagogista come descriverebbe il rapporto tra Madreh e Jean Claude?
«Psicopatologico, ma talmente oltre misura che risulta comico e surreale. Una madre così è inconcepibile, rompe una serie di tabù, schemi e aspettative».

Con parrucche e crinoline lei è irriconoscibile.
«In 16 anni è capitato solo un paio di volte di essere riconosciuta dalla voce e, confesso, è pure meglio. Conduco una vita riparata e posso fare altri lavori senza timore di essere messa in discussione».

Quanto impiega a trasformarsi?
«Il trucco dura una quarantina di minuti, poi mi bardano e mi preparano, tutto in un’ora abbondante. Già solo indossare il vestito e la parrucca mi trasforma in Madreh, è un personaggio più forte di me».

Quando al povero Jean Claude urla: «Maledetto!», che cosa pensa?
«Mi diverto tantissimo, è una rivalsa forte. Sul set Marcello è trainante, ma in quel caso divento io quella ipnotica».

Nella vita reale lei ha dei figli?
«No, sono madre, con la “acca” finale, solo sulla scena. Potrei dire di avere dei figli ereditati dal mio lavoro, i miei allievi, le persone che si sono formate con me».

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